Sommario
Struttura e funzionamento della spalla
Per capire bene i problemi della spalla e da cosa derivino, è utile conoscerne anatomia e funzionamento.
L’articolazione della spalla è costituita da tre ossa:
- clavicola (tra collo e braccio),
- scapola (schiena)
- e omero (parte alta del braccio).
I movimenti avvengono grazie a due articolazioni,
- l’articolazione acromio-clavicolare mette in rapporto l’acromion (parte della scapola che rappresenta il punto più alto della spalla) e la clavicola.
- L’articolazione scapolo-omerale (o gleno-omerale) è un’articolazione mobile di tipo “giunto a sfera” che consente alla spalla di muoversi avanti e indietro, nonché al braccio di ruotare in modo circolare o di imperniarsi in fuori e in alto rispetto al corpo. La sfera è data dalla parte arrotondata della cima (testa) dell’omero, mentre il giunto (glenoide) è la parte a forma di disco del margine esterno della scapola che accoglie la testa dell’omero. La capsula è un involucro di tessuto molle che avvolge la giunzione. È rivestita da una membrana sottile e liscia, detta sinoviale.
A differenza dell’articolazione dell’anca, che è più propriamente un’articolazione “giunto a sfera”, l’articolazione della spalla ricorda una pallina da golf e il suo supporto piatto, da cui la pallina può facilmente scivolare via. Poiché le ossa non assicurano una particolare stabilità intrinseca all’articolazione della spalla, la stabilità è fortemente dipendente dai tessuti molli circostanti, come i legamenti della capsula e i muscoli che circondano la cuffia dei rotatori per mantenere la testa dell’omero (la pallina) in posizione. Laddove l’articolazione dell’anca è sufficientemente stabile di suo grazie alle ossa circostanti, è anche relativamente poco mobile. La spalla, invece, è relativamente instabile ma estremamente mobile, consentendo di spostare la mano in varie posizioni. Di fatto, è una delle articolazioni più mobili del corpo umano.
Le ossa della spalla sono tenute in posizione da
- muscoli,
- tendini
- e legamenti.
I tendini sono grosse corde di tessuto che ancorano i muscoli alle ossa e consentono ai muscoli di spostare la spalla. I legamenti vincolano le ossa tra di loro, dando stabilità. Per esempio, il davanti della capsula articolare è ancorato da tre legamenti scapolo-omerali. La cuffia dei rotatori è composta da tendini che lavorano con i propri muscoli per tenere la testa dell’omero (la pallina) nella cavità glenoidea e conferiscono mobilità e resistenza all’articolazione della spalla. Due sottilissime sacche, dette borse, permettono a ossa, muscoli e tendini di scorrere uniformemente tra di loro. Funzionano da cuscinetti e proteggono la cuffia dei rotatori dall’arco osseo dell’acromion.
Cause dei problemi della spalla
La spalla viene facilmente lesionata perché la testa dell’omero è più grande del suo alloggiamento nella spalla. Per rimanere stabile, la spalla deve essere ancorata tramite i suoi muscoli, tendini e legamenti.
Benché sia facile che attività sportive o lavori manuali ledano la spalla, l’origine principale dei suoi problemi sembra essere il fisiologico processo degenerativo legato all’invecchiamento dei tessuti molli circostanti, per esempio della cuffia dei rotatori. L’incidenza di problemi a carico della cuffia dei rotatori aumenta drasticamente in funzione dell’età; in genere, questi problemi vengono riscontrati nei soggetti ultrasessantenni. Spesso, vengono colpite allo stesso modo le due braccia, dominante e non dominante. L’uso eccessivo della spalla può accelerare il processo di deterioramento legato all’età.
Il dolore alla spalla può essere
- localizzato,
- riferito ad aree limitrofe
- o irradiarsi lungo il braccio.
Anche malattie dell’organismo (per esempio, affezioni di colecisti, fegato, cuore, rachide cervicale) possono generare dolore irradiato tramite i nervi alla spalla. Questi motivi di dolore alla spalla, però, esulano dagli scopi della presente pubblicazione, la cui enfasi sono i problemi intrinseci alla spalla stessa.
Diagnosi
Come con qualunque altro problema medico, la diagnosi di un dolore della spalla viene eseguita applicando un processo in tre parti.
- Anamnesi: il paziente riferisce al medico di traumi o altre condizioni che potrebbero aver causato il dolore.
- Esame obiettivo: il medico esamina il paziente alla ricerca di segni di trauma e per scoprire le limitazioni del movimento, la sede del dolore e l’entità dell’instabilità articolare.
- Esami: il medico può prescrivere uno o più esami tra quelli elencati oltre per porre una specifica diagnosi.
Questi esami possono essere:
- Raggi X standard: una procedura familiare in cui una parte del corpo viene esposta a bassi livelli di radiazioni per generare un’immagine detta radiografia. La radiografia è utile per la diagnosi di fratture o altri problemi ossei. I tessuti molli, come i muscoli o i tendini, non sono visibili con i raggi X.
- Artrogramma: una radiografia acquisita dopo l’iniezione di un mezzo di contrasto nell’articolazione della spalla per evidenziare strutture come la cuffia dei rotatori. Ci sono malattie o traumi in cui questo mezzo di contrasto può o raggiungere aree in cui normalmente non entra, indicando così una lacerazione o un’apertura, o non distribuirsi in zone alle quali dovrebbe, in condizioni normali, avere accesso.
- Ecografia: una procedura non invasiva, ottimamente tollerata, in cui una piccola sonda viene posta sulla pelle della spalla. Esattamente come possono essere impiegati per visualizzare il feto in gravidanza, gli ultrasuoni possono essere riflessi dalla cuffia dei rotatori e da altre strutture, formando un’immagine di alta qualità. L’accuratezza degli ultrasuoni per la cuffia dei rotatori è particolarmente alta.
- RM (Risonanza Magnetica): una procedura non invasiva in cui un’apparecchiatura con un forte campo magnetico trasmette una forza al corpo per produrre una serie di immagini trasverse della spalla.
- Altre metodiche diagnostiche, come quelle che richiedono l’iniezione di un anestetico dentro e intorno all’articolazione della spalla.
Lussazione
L’articolazione della spalla è l’articolazione del corpo più frequentemente soggetta a lussazione. Nei casi tipici, la lussazione si verifica o perché la spalla viene tirata in fuori (abduzione) con forza o perché una rotazione estrema dell’articolazione fa saltare la testa dell’omero fuori dal suo alloggiamento nella spalla.
La lussazione avviene comunemente quando il braccio viene tirato indietro in un momento in cui i muscoli non sono preparati a resistere o con una forza tale da superare la capacità di resistenza dei muscoli.
Se una spalla si lussa frequentemente, si parla di instabilità della spalla. Si parla invece di sublussazione quando l’osso superiore del braccio (omero) è in parte dentro e in parte fuori dalla capsula articolare.
Segni e sintomi
La lussazione della spalla può essere anteriore, posteriore o in basso. Quando la spalla è lussata, il braccio assume una posizione innaturale. La lussazione produce anche dolore, che può peggiorare a causa di spasmi muscolari, gonfiore, insensibilità, debolezza e lividi.
I problemi conseguenti a una lussazione sono le lacerazioni dei legamenti o dei tendini che rafforzano la capsula articolare e, meno frequentemente, danni ossei e/o nervosi.
Diagnosi
La diagnosi di lussazione in genere viene eseguita tramite un esame obiettivo; potrà essere richiesta una radiografia per confermare la diagnosi ed escludere una frattura associata.
Trattamento
Il trattamento richiede il riposizionamento della testa dell’omero nel suo alloggiamento articolare; questa procedura si chiama riduzione chiusa. Il braccio viene quindi immobilizzato per diverse settimane con una fascia o con uno speciale tutore. In genere, il medico raccomanda il riposo della spalla e l’applicazione di ghiaccio tre o quattro volte al giorno.
Una volta controllati dolore e gonfiore, il paziente dovrà seguire un programma di riabilitazione che include esercizi. Lo scopo è il ripristino di tutta la mobilità della spalla, il rafforzamento dei muscoli e la prevenzione di recidive. Questi esercizi possono evolvere da movimenti semplici all’impiego di pesi.
Dopo trattamento e recupero, una spalla con una storia di lussazione può risultare più suscettibile a nuovi traumi, specie in soggetti giovani e attivi. I legamenti possono essere stati stirati o strappati e favorire nuovi episodi di lussazione della spalla. Una spalla che va incontro a lussazioni gravi o frequenti, con conseguenti lesioni ai tessuti e ai nervi circostanti, richiede in genere la riparazione chirurgica per rafforzare i legamenti stirati o riattaccare quelli strappati.
Talvolta, il medico esegue l’intervento attraverso una piccola incisione in cui inserisce un artroscopio per osservare l’interno dell’articolazione. Dopo questa procedura, detta chirurgia artroscopica, la spalla in genere viene immobilizzata per circa 6 settimane. La guarigione completa richiede diversi mesi. In altri casi, la lussazione dovrà essere riparata tramite un approccio di chirurgia aperta tradizionale.
Separazione
La separazione della spalla avviene nel punto in cui la clavicola incontra la scapola. Quando i legamenti che tengono insieme quest’articolazione vengono parzialmente o completamente recisi, l’estremo esterno della clavicola può scivolare via dalla sua posizione, impedendo il contatto con la clavicola. Perlopiù, la lesione è dovuta a un fendente sulla spalla o a una caduta sulla mano iperestesa.
Segni e sintomi
Dolore o dolenzia della spalla e, occasionalmente, un rilievo al centro dell’apice della spalla (sopra la giunzione acromio-clavicolare) sono sintomatici di una possibile separazione.
Diagnosi
La separazione può essere diagnosticata tramite un esame obiettivo. Una radiografia potrà confermare la diagnosi e determinare la gravità della separazione. Durante l’esecuzione della radiografia, il paziente renderà la separazione più pronunciata tenendo un peso leggero che mantenga in tensione i muscoli.
Trattamento
La separazione della spalla ha in genere un trattamento conservativo: riposo e tutore.
Poco dopo la lesione, l’applicazione di una borsa di ghiaccio può alleviare dolore e gonfiore.
Dopo il periodo di riposo, il paziente esegue sotto controllo fisioterapico esercizi che fanno lavorare la spalla lungo tutto il suo raggio di movimento. la maggior parte delle separazioni guarisce in 2 o 3 mesi senza ulteriori interventi. Tuttavia, nei casi in cui i legamenti sono gravemente lesi può essere necessaria la chirurgia per tenere in posizione la clavicola. È possibile che il medico scelga un atteggiamento conservativo, aspettando di vedere se il trattamento convenzionale funziona prima di decidere che serve la chirurgia.
Malattie della cuffia dei rotatori: tendinite e borsite
Queste patologie sono strettamente correlate e possono verificarsi singolarmente o insieme.
La tendinite è l’infiammazione (rossore, dolore e gonfiore) di un tendine. Nelle tendiniti della spalla, la cuffia dei rotatori e/o il tendine del bicipite si infiammano, in genere a seguito di schiacciamenti causati dalle strutture circostanti. La lesione può andare da una modesta infiammazione all’interessamento di quasi tutta la cuffia dei rotatori. Quando il tendine della cuffia dei rotatori si infiamma e si ispessisce, può rimanere intrappolato sotto l’acromion. Questa situazione viene detta sindrome da conflitto sub-acromiale.
La borsite, ossia l’infiammazione delle sacche che proteggono la spalla, può accompagnare la tendinite e la sindrome da conflitto. Malattie come l’artrite reumatoide possono causare tendiniti e borsiti della cuffia. Sport che implicano l’uso strenuo della spalla e attività professionali che richiedano frequenti iperestensioni del braccio verso l’alto sono altre possibili cause di irritazione della cuffia dei rotatori o delle borse e possono causare infiammazione e conflitto.
Se la cuffia dei rotatori o le borse sono irritate o infiammate e gonfie, possono rimanere schiacciate tra la testa dell’omero e l’acromion. Negli anni, anche spostamenti ripetuti delle braccia o gli effetti dell’invecchiamento sui movimenti della spalla possono irritare e logorare tendini, muscoli e strutture circostanti.
Segni e sintomi
I segni di queste condizioni includono l’insorgenza lenta di fastidio e dolore nella parte alta della spalla o nel terzo superiore del braccio e/o difficoltà a dormire sulla spalla. Tendiniti e borsiti causano anche dolore quando il braccio è allontanato dal corpo o esteso sopra la testa. Se la tendinite interessa il tendine del bicipite (il tendine sul davanti della spalla che aiuta a piegare il gomito e a girare l’avambraccio), il dolore si manifesta alla spalla davanti o di lato e può irradiarsi verso il gomito e l’avambraccio. Il dolore può anche manifestarsi quando il braccio è spinto a forza sopra la testa.
Diagnosi
La diagnosi di tendinite e borsite inizia con l’anamnesi e l’esame obiettivo. I raggi X non visualizzano tendini o borse, ma possono essere utili per escludere anomalie ossee o fenomeni artritici. Il medico può prelevare ed esaminare il liquido dell’area infiammata per escludere un’infezione. La sindrome da contrasto può essere considerata sicura se una piccola quantità di anestetico (idrocloruro di lidocaina) nello spazio sotto l’acromion allevia il dolore.
Trattamento
Il primo passo nel trattare queste condizioni è la riduzione del dolore e dell’infiammazione tramite riposo, ghiaccio e farmaci antinfiammatori, come aspirina e ibuprofene (Moment, Brufen, …). In alcuni casi, il medico o il fisioterapista ricorreranno agli ultrasuoni (vibrazioni sonore) per scaldare i tessuti profondi e migliorare il flusso sanguigno.
Stiramenti delicati ed esercizi di estensione vengono aggiunti gradualmente. Possono essere preceduti o seguiti da impacchi con borse di ghiaccio.
Se non ci sono miglioramenti, il medico può iniettare corticosteroidi nello spazio sotto l’acromion. Benché queste infiltrazioni di steroidi siano comuni, devono essere adottate con cautela perché possono determinare la rottura di un tendine. In mancanza di miglioramenti, dopo 6 – 12 mesi il medico può suggerire il ricorso alla chirurgia artroscopica o aperta per riparare il danno e alleviare la pressione su tendini e borse.
Rottura della cuffia dei rotatori
I tendini della cuffia dei rotatori spesso si infiammano per l’uso eccessivo, l’invecchiamento o una caduta sulla mano iperestesa o altro trauma. Anche sport o attività professionali che implicano frequenti iperestensioni del braccio verso l’alto o il sollevamento di oggetti pesanti possono sottoporre muscoli e tendini della cuffia dei rotatori a sforzi significativi. Nel tempo, i tendini invecchiando si indeboliscono e vanno incontro a fenomeni degenerativi. Questo processo degenerativo può infine determinare rotture complete sia dei muscoli che dei tendini.
Queste rotture sono sorprendentemente frequenti.
In effetti, in assenza di dolore o disabilità importanti, la rottura della cuffia non è necessariamente indice di patologia nei soggetti anziani. Fortunatamente, nella maggior parte delle persone non provoca sintomi né limitazioni. Alcuni individui, tuttavia, possono avere dolori molto intensi a seguito di queste rotture, tanto da richiedere un trattamento.
Segni e sintomi
Tipicamente un soggetto con lesione della cuffia dei rotatori avverte dolore sopra il muscolo deltoide, sopra e all’esterno della spalla, specialmente quando il braccio è alzato o esteso in fuori rispetto al fianco. Movimenti come quelli necessari per vestirsi possono risultare dolorosi.
La spalla può risultare debole, specialmente tentando di alzare il braccio in una posizione orizzontale. Il soggetto può anche percepire o sentire un suono (clic o pop) durante i movimenti della spalla. Dolore o debolezza associati a rotazioni del braccio verso l’esterno o verso l’interno possono indicare una lacerazione di un tendine della cuffia dei rotatori. Il paziente avverte dolore anche nel riportare il braccio lungo il fianco dopo aver spostato la spalla indietro e aver alzato il braccio.
Diagnosi
Il medico può rilevare la debolezza ma l’esame obiettivo può non essere sufficiente a stabilire dove è avvenuta la rottura. Se eseguita, la radiografia può risultare normale. Ecografia o RM possono aiutare a evidenziare la lacerazione completa o parziale di un tendine.
Trattamento
In presenza di una lesione della cuffia dei rotatori, il medico in genere prescrive il riposo della spalla, l’applicazione di caldo o di freddo sull’area dolente e l’assunzione di farmaci contro il dolore e l’infiammazione.
Possono essere aggiunti altri trattamenti, come stimolazioni elettriche di muscoli e nervi, ultrasuoni o infiltrazioni cortisoniche vicino all’area della cuffia dei rotatori infiammata. In assenza di indicazioni immediate alla chirurgia, al programma terapeutico vengono associati esercizi per aumentare flessibilità e forza e ripristinare la funzionalità della spalla.
Se questi trattamenti conservativi non portano a miglioramenti e persiste l’alterazione funzionale, può essere necessaria la riparazione chirurgica della lacerazione, per via artroscopica o tramite chirurgia aperta.
Il trattamento di una cuffia lacerata in genere dipende dalla gravità del trauma, dall’età e dallo stato di salute del paziente e dalla durata della condizione. I pazienti con tendinite o borsite della cuffia dei rotatori che non hanno rotture tendinee complete possono in genere essere trattati senza ricorrere alla chirurgia.
I trattamenti non chirurgici consistono in farmaci antinfiammatori e occasionali infiltrazioni di steroidi nell’area infiammata, seguiti da riabilitazione mirata al ripristino della forza della cuffia. Questi trattamenti vengono eseguiti al meglio sotto la guida di figure professionali come un fisioterapista, in associazione al medico curante.
La chirurgia riparativa della cuffia dei rotatori è indicata soprattutto nei soggetti seguenti:
- Pazienti giovani, specie se con rotture piccole. La chirurgia è associata a un’elevata percentuale di guarigioni ed elimina i possibili peggioramenti nel tempo della lesione.
- Individui in cui le lacerazioni della cuffia sono state causate da eventi traumatici intensi e acuti. Questi soggetti dovrebbero ricorrere tempestivamente al trattamento, che include la riparazione chirurgica delle lesioni tendinee.
Parlando in generale, persone più anziane e con dolore della spalla di lunga durata possono essere gestite con misure non chirurgiche anche in caso di rottura completa della cuffia. Questi pazienti spesso vengono trattati come quelli che hanno dolore in assenza di rotture.
Al solito, antinfiammatori, infiltrazioni di steroidi ed esercizi riabilitativi possono risultare molto efficaci. Quando trattate chirurgicamente, le rotture della cuffia possono essere riparate sia in artroscopia che con tecniche operatorie aperte convenzionali.
Spalla congelata (capsulite adesiva)
Come dice il nome, la mobilità della spalla è gravemente limitata in soggetti con “spalla congelata”. Questa condizione, il cui nome scientifico è capsulite adesiva, è spesso causata da traumi che portano il soggetto a non usare l’articolazione per non provocarsi dolore. Anche il progredire di una malattia reumatica e recenti interventi chirurgici possono indurre una spalla congelata. Periodi di uso intermittente possono causare infiammazione. Si formano così aderenze (bande anomale di tessuto) tra le superfici articolari, che limitano la mobilità.
C’è anche una carenza di liquido sinoviale, che normalmente lubrifica lo spazio vuoto tra l’osso del braccio e il suo alloggiamento per favorire i movimenti articolari. È questo spazio ristretto tra capsula e testa dell’omero che distingue la capsulite adesiva da una spalla solo dolente, rigida. Individui con diabete, ictus, malattie respiratorie, artrite reumatoide e cardiopatie, o che abbiano subito incidenti, hanno un rischio maggiore di spalla congelata.
Questa condizione colpisce soprattutto tra 40 e 70 anni di età.
Segni e sintomi
In presenza di spalla congelata, l’articolazione è talmente ristretta e rigida che è praticamente impossibile compiere movimenti anche semplici, come alzare un braccio. Rigidità e fastidio possono peggiorare di notte.
Diagnosi
Il sospetto di spalla congelata si pone quando l’esame obiettivo rivela una ridotta mobilità della spalla. La radiografia risulta in genere normale.
Trattamento
Il trattamento di questo disturbo è mirato al ripristino della mobilità articolare e alla riduzione del dolore alla spalla. In genere, il trattamento prevede inizialmente l’uso di farmaci antinfiammatori e l’applicazione di calore, seguita da esercizi di stiramento.
Questi esercizi, che possono essere eseguiti a casa con l’aiuto di un fisioterapista, sono il trattamento di prima scelta.
In alcuni casi, si può ricorrere alla TENS (dall’inglese Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, ossia elettrostimolazione nervosa transcutanea) per ridurre il dolore bloccando gli impulsi nervosi. Se queste misure non danno risultati, in un’ampia percentuale di casi sono molto efficaci le infiltrazioni di steroidi nell’articolazione scapolo-omerale. Nei pochi soggetti che non migliorano con il trattamento non chirurgico, possono essere risolutive le manipolazioni della spalla in anestesia generale e la rescissione delle aderenze residue in artroscopia.
Frattura
La frattura consiste nella rottura parziale o totale di un osso. Questo evento in genere segue un trauma da impatto, come una caduta o un colpo sulla spalla. Coinvolge perlopiù la clavicola o il collo (l’area sotto la testa) dell’omero.
Segni e sintomi
La frattura traumatica di una spalla è in genere associata a intenso dolore. In poco tempo, l’area può diventare rossa e contusa. Talvolta, la frattura è evidente perché le ossa sono fuori posizione.
Diagnosi
La radiografia conferma la diagnosi di frattura della spalla e il suo grado di gravità.
Trattamento
In caso di frattura, il medico tenta di mettere le ossa in una posizione che permetta la guarigione e il recupero della mobilità del braccio. Se è fratturata la clavicola, il soggetto dovrà inizialmente indossare un bendaggio o tutore intorno al torace per tenere l’osso al suo posto. Rimosso il sistema di immobilizzazione, saranno necessari esercizi per rafforzare la spalla e ripristinarne la mobilità. Alcuni tipi di fratture richiedono occasionalmente la chirurgia.
La frattura della testa dell’omero viene in genere trattata con un tutore o uno stabilizzatore della spalla. Se le ossa sono scomposte (fuori posizione), può essere necessario l’intervento chirurgico per riallinearle.
Anche gli esercizi fisici fanno parte del programma di ripristino di forza e mobilità della spalla.
Artrite della spalla
L’artrite è una malattia degenerativa causata o da usura e lacerazioni della cartilagine (osteoartrite) o dall’infiammazione (artrite reumatoide) di una o più articolazioni. L’artrite non interessa solo le articolazioni, ma può anche colpire le strutture di supporto come muscoli, tendini e legamenti.
Segni e sintomi
I segni abituali di artrite della spalla sono il dolore, in particolare sopra l’articolazione acromio-clavicolare, e una riduzione della mobilità della spalla.
Diagnosi
Il sospetto di artrite viene posto in presenza sia di dolore che di gonfiore dell’articolazione. La conferma della diagnosi richiede sia l’esame obiettivo che la radiografia. Gli esami del sangue possono essere utili per la diagnosi di artrite reumatoide, ma possono essere necessari anche altri test. L’analisi del liquido sinoviale dell’articolazione della spalla può essere utile per diagnosticare alcuni tipi di artrite. Benché l’artroscopia permetta la visualizzazione diretta del danno a cartilagine, tendini e legamenti, e possa confermare la diagnosi, in genere viene eseguita solo se è necessaria una procedura di riparazione.
Trattamento
Il trattamento dell’artrite della spalla dipende in parte dal tipo di artrite. L’osteoartrite della spalla in genere viene trattata con farmaci antinfiammatori non steroidei, come aspirina e ibuprofene. L’artrite reumatoide può richiedere la fisioterapia e ulteriori farmaci, come i corticosteroidi.
Se il trattamento non chirurgico dell’artrite della spalla non riesce ad alleviare il dolore o migliorare la mobilità, o in casi con usura e lesioni dell’articolazione tali da causare l’allentamento e lo spostamento di parti, può essere di maggior efficacia un intervento di sostituzione dell’articolazione della spalla (artroplastica). Questo intervento consiste nella sostituzione dell’articolazione della spalla con una sfera artificiale al posto della testa dell’omero e un cappuccio (glenoide) come scapola.
Esercizi di mobilitazione passiva (qualcuno muove il braccio del soggetto in modo da far ruotare l’articolazione) vengono iniziati poco dopo l’intervento. Il paziente inizia poi a far esercizi da solo circa 3 – 6 settimane dopo la chirurgia. Infine, esercizi di stiramento e rafforzamento diventano parte essenziale del programma di riabilitazione. Il successo dell’operazione spesso dipende dalle condizioni dei muscoli della cuffia dei rotatori prima della chirurgia e dal grado di adesione del soggetto ai programmi di riabilitazione.
Trattamento RICE
Il trattamento RICE, acronimo dall’inglese di Rest, Ice, Compression, Elevation, ossia Riposo, Ghiaccio, Compressione, Elevazione, può essere utile in caso di trauma alla spalla:
- Riposo: limitare o non usare l’area colpita per 48 ore.
- Ghiaccio: tenere una borsa di ghiaccio per 20 minuti sull’area lesa, 4 – 8 volte al giorno. Usare una vera e propria borsa di ghiaccio o una borsa di plastica piena di ghiaccio tritato avvolta in un tovagliolo.
- Compressione: comprimere l’area con un bendaggio, per esempio tramite una fascia elastica, per stabilizzare la spalla. Questo può ridurre il gonfiore.
- Elevazione: tenere l’area lesa sopra il livello del cuore. Usare un cuscino per aiutare a tenerla in alto.
Se dolore e rigidità persistono, interpellare un medico.
Fonte: NIH.gov
Traduzione a cura della Dr.ssa Greppi Barbara
L'articolo Dolore alla spalla, cause e rimedi è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.
Fonte: http://www.farmacoecura.it/malattie/dolore-alla-spalla-cause-e-rimedi/
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