domenica 20 novembre 2016

Il parto: ha i mai pensato a cosa significa partorire?

Se si partorisce un bambino sano dopo una gravidanza serena, tutte le donne sono felici e lo sono di più se lo hanno fatto con un parto naturale poiché sono state protagoniste assolute nel palcoscenico della sala parto.

I bambini attraversano il canale da soli e la mamma li aiuta a venire alla luce senza l’intervento del chirurgo o magari attraverso solo suggerimenti o piccolissime manovre. Ma se si vuole scoprire quali sono le fasi, cerchiamo di sapere come è fatta una donna.

Come è fatta la donna da un punto di vista anatomico

partoForse lo sapete già, forse non ci avete mai pensato….la risposta la conosce ciascuna di voi. Vediamo di aiutare chi è curioso ….. partendo dall’indicazione degli organi riproduttivi, quali la vagina, la cervice, l’utero, le tube di Falloppio, le ovaie.

Per concepire un figlio è necessario che le ovaie rilascino un ovocita che attraverserà le tube di Falloppio ed andrà in utero; se gli spermatozoi fanno il loro dovere, l’uovo viene fecondato e la donna inizia la sua gravidanza.

L’utero gradualmente cresce e si dilata fino ad arrivare al punto massimo al termine della 38 settimana.

La parte inferiore dell’utero si chiama cervice che si trova all’apertura della vagina; quest’ultima va verso l’esterno del corpo aprendosi tra l’uretra e il retto.

Cosa succede quando inizia il travaglio?

parto donnaQuando le future mamme iniziano a sentire sensazioni simili a crampi a livello addominale, cosa potrebbe significare? Molto probabilmente è il momento in cui i muscoli uterini si contraggono, ovvero si hanno le contrazioni.

Inizialmente, dopo un lasso di tempo di circa 20 minuti e poi in tempi sempre più ravvicinati; appena si arriva ad un intervallo di 5 minuti o meno, vuol dire che la donna è entrata in travaglio.

Questa è caratterizzata da 3 fasi:

  1. fase dilatazione o assottigliamento,
  2. parto vero e proprio ovvero espulsione,
  3. uscita della placenta.

Vediamo di analizzare le singole fasi.

Fase dilatazione o assottigliamento

Nella fase di dilatazione o assottigliamento avviene che la cervice arriva ad estendersi fino a 10 cm (dilatazione) e quasi contemporaneamente la cervice tende ad assottigliarsi (assottigliamento).

Parto vero e proprio ovvero espulsione

Una volta entrata in travaglio, la mamma è invitata a spingere ogni qual volta dovesse sentire le contrazioni. Talvolta, si possono avere dolori alla schiena o piccoli sanguinamenti, ma sono abbastanza fisiologici e non destano preoccupazione.  In altri casi, il travaglio deve essere accelerato per la rottura del sacco amniotico, attraverso farmaci che proteggono il feto da eventuali infezioni presenti nel canale di parto. Può accadere che alla donna vengano poste delle fasce elastiche speciali simili a cinte, per controllare il livello e la forza delle contrazioni si decida di effettuare un tracciato cardiotocografico.

L’aumento delle contrazioni fa capire che il bambino sta passando per la cervice ed arrivando in vagina.

Il momento più importante sta per avvicinarsi.

La fase espulsiva comincia quando il bambino dopo aver attraversato la cervice dilatata tanto quanto serve, giunge in vagina e riesce a venire alla luce grazie alla spinta materna eseguita dopo ogni contrazione. A questo punto, se il bambino è più grande e possono incontrarsi difficoltà nella fuoriuscita, il ginecologo-ostetrico pensando che si possa strappare o lacerare la vagina, può decidere di praticare un’incisione chirurgica ai lati; questa è finalizzata sia ad  aiutare il bambino a venire fuori più facilmente, sia a proteggere la vagina e i tessuti circostanti, sia infine per prevenire eventuali complicazioni future, quali per esempio l’incontinenza.

Se poi si dovessero presentare altre difficoltà, dal momento che il tempo di espulsione deve essere il più breve possibile, lo specialista usa una pinza chiamata forcipe per aiutare il bimbo ad uscire più velocemente. In alternativa si utilizza una speciale ventosa poggiata sulla testa del bambino.

Quando il bambino è uscito, viene reciso il cordone ombelicale.

Uscita della placenta

Durante l’ultima fase si pensa alla placenta e si esamina il cordone per identificare eventuali anomalie. In seguito, nel caso sia stata eseguita un’episiotomia, si provvede alla sutura.

I rischi del parto

parto fetoGeneralmente, non ci sono rischi particolari durante il parto e quasi sempre se si dovessero presentare complicanze, queste sono risolvibili con più o meno difficoltà. Tuttavia, qualcosa esiste ed è il caso di menzionarlo.

Va distinto, però il tipo di parto ossia se si partorisce spontaneamente naturalmente o si deve optare per il taglio cesareo.

Nel parto spontaneo:

  1. Lo stress potrebbe provocare sul bimbo una debolezza a livello nervoso.
  2. Problemi respiratori o cardiaci e a seconda del tempo in cui il bimbo ha sofferto per una mancanza di ossigeno o un’aritmia. Per quanto riguarda le neomamme, tutto dipende dalla posizione e dalla tensione delle gambe durante l’intero travaglio:
  3. I nervi e i muscoli degli arti inferiori potrebbero perdere la loro tonicità temporaneamente per periodi più o meno lunghi, potrebbero verificarsi sanguinamenti per lo sforzo e la rottura di qualche capillare, molto raramente si potrebbero verificare infezioni; queste ultime si possono tranquillamente curare con una terapia antibiotica.

Per quanto riguarda il taglio cesareo, i rischi sono più o meno gli stessi che possono accadere in qualsiasi intervento chirurgico (trombosi, infezione della cicatrice, piccoli sanguinamenti, traumi, il più spesso passeggeri, ai nervi del bacino a livello iliaco-femorale o qualche problema nell’evacuazione delle feci).

Si può partorire senza sentire dolore?

Questo dipende dalle partorienti.

Si può richiedere infatti una qualsiasi forma di anestesia effettuabile con farmaci, localmente o attraverso il blocco epidurale da metà schiena in giù. Tra questi metodi, l’anestesia locale in vagina, è la più semplice in quanto non si sente molto dolore e al tempo stesso si riesce a spingere al momento giusto.

L’epidurale è usata principalmente nei tagli cesarei, ma è possibile anche nell’altro caso. E’un’anestesia che non influisce sul feto e sul neonato poi; i nervi e la forza muscolare della mamma sono preservate.

Esiste infine l’anestesia generale ma si tende a cercare alternative.

Quando è necessario il taglio cesareo?

Se è la donna a richiederlo ed il ginecologo a concordarlo, specialista e paziente sanno già come e quando procedere, se invece è dettato dalla situazione, vediamo perché e quando eseguirlo.

Cinque almeno sono le circostanze:

  • Quando il bambino non riesce ad attraversare il canale di parto o ha problemi durante il travaglio.
  • Quando il bambino si trova in una posizione tale da non consentire facilmente il parto.
  • Se non c’è spazio sufficiente per il bambino quando deve uscire dalla porta vaginale.
  • Se la dilatazione della cervicale non è completa.
  • Se si verificano inaspettate situazioni.

Per partorire, oggi la decisione viene presa dalla paziente nel caso di parti naturali o spontanei; se non sono possibili, sarà il ginecologo a suggerire i pro e i contro di ogni intervento che vorrà fare ed esprimerà la sua posizione spiegando il perché considera più tranquillo il tipo di parto suggerito.

Fonte:

www.nostrofiglio.it



Fonte: https://www.idoctors.it/blog/parto/

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