martedì 22 novembre 2016

Lo yoga fa bene, purché siate consapevoli dei vostri limiti

Yoga sicuro

Fare yoga yoga è relativamente sicuro, purché si sia consapevoli dei propri limiti. A suggerirlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori della University of Alabama a Birmingham, i quali hanno esaminato i casi di infortuni correlati allo yoga, e sono giunti alla conclusione che le lesioni sono più comuni nei partecipanti più anziani, e che avere un istruttore qualificato al proprio fianco è molto importante.

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Lo yoga fa bene, purché siate consapevoli dei vostri limiti pubblicato su Benessereblog.it 22 novembre 2016 12:00.



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lunedì 21 novembre 2016

Ipotermia e temperatura corporea bassa

Descrizione generale

Esposto a temperature fredde, il corpo inizia a perdere calore più velocemente di quanto non lo produca. Il risultato è l’ipotermia, cioè una temperatura corporea anormalmente bassa.

Una temperatura troppo bassa altera il cervello, impedendo al soggetto di pensare con chiarezza o di muoversi bene. Questo rende l’ipotermia particolarmente pericolosa, perché chi la subisce può non realizzare ciò che sta succedendo e quindi non reagire adeguatamente.

L’ipotermia si manifesta perlopiù a temperature ambiente molto basse, ma può avvenire anche con temperature sopra 0°C se il soggetto viene intirizzito da pioggia, sudore o immersione in acqua fredda.

Cause

L’ipotermia è conseguente all’esposizione a un freddo troppo intenso: il corpo perde più calore di quanto non ne produca e la temperatura corporea scende sotto 35°C.

Esistono diversi tipi di ipotermia, secondo la velocità con cui il corpo perde calore:

  • ipotermia acuta o da immersione; accade quando l’individuo perde calore molto rapidamente, per esempio a seguito di una caduta in acqua fredda
  • ipotermia da esaurimento, in cui il corpo è talmente provato da non riuscire più a generare calore
  • ipotermia cronica, in cui il calore viene perso lentamente nel tempo. È comune nelle persone anziane che vivono in luoghi mal riscaldati o in soggetti che dormono in condizioni ambientali rudi

L’ipotermia è più frequente nei luoghi freddi. I rischi sono maggiori se non si indossano strati sufficienti a mantenersi caldi o non ci si copre la testa (la testa dissipa una gran quantità di calore).

L’ipotermia è possibile anche in climi temperati. Per esempio, se un soggetto è inzuppato di pioggia e non si asciuga adeguatamente entro poco tempo, soprattutto se c’è un vento freddo, l’acqua evapora dalla pelle e abbassa la temperatura corporea.

Soggetti a rischio

Alcuni gruppi di persone hanno un rischio maggiore di sviluppare l’ipotermia, perché sono vulnerabili agli ambienti freddi o incapaci di scaldarsi:

  • i lattanti possono perdere calore rapidamente se lasciati in ambienti freddi, perché non possono regolare la temperatura corporea bene come i bambini più grandi e gli adulti; i neonati sono particolarmente a rischio nelle prime 12 ore di vita;
  • i soggetti anziani, soprattutto se non molto attivi, affetti da malattie o in trattamento con farmaci che possono interferire con la capacità di regolare la temperatura corporea;
  • i senzatetto, se non riescono a trovare un riparo;
  • alcolisti e tossicodipendenti, perché fanno uso di sostanze che interferiscono con la capacità di trattenere il calore: i vasi sanguigni rimangono dilatati, dissipando il calore;
  • gli individui con patologie che alterano la memoria, per esempio la sindrome di Alzheimer, possono non riuscire a capire di avere freddo o di avere sintomi da ipotermia;
  • i soggetti affetti da alcune malattie, come problemi cardiaci, artriti gravi o ictus; queste condizioni possono cambiare la capacità del corpo di reagire a variazioni termiche, per esempio colpendo dita delle mani e dei piedi (i primi punti in cui si avverte il freddo);
  • le persone che assumono sedativi, che possono interferire con la capacità di regolare la temperatura:
  • un soggetto caduto in acqua fredda; l’immersione in acqua fredda può far diminuire la temperatura corporea molto rapidamente:
  • gli individui che passano molto tempo in condizioni ambientali fredde, per esempio alpinisti o sciatori;
  • una persona che ha subito un grave trauma, soprattutto se cranico.

Ipotermia perioperatoria

L’ipotermia può svilupparsi anche durante un ricovero ospedaliero, in particolare prima, durante e dopo un intervento chirurgico. Questa ipotermia è detta perioperatoria.
Il personale ospedaliero cercherà di mantenere il paziente al caldo durante il ricovero ospedaliero. In particolare, controllerà la temperatura corporea e potrebbe ricorrere a speciali coperte termiche, in cui viene insufflata aria calda per contrastare il raffreddamento del paziente. Questa prassi è nota come riscaldamento ad aria forzata.
Il paziente dovrà comunque segnalare al personale un’eventuale sensazione di freddo.

Ipotermia terapeutica

In alcuni casi, il medico può deliberatamente indurre ipotermia in un soggetto. Questa ipotermia è detta terapeutica.

Ci sono dati indicativi del fatto che, in alcune circostanze, l’induzione di uno stato di ipotermia può ridurre il rischio di morte e aumentare le possibilità di guarigione.
Questo tipo di trattamento può essere indicato in soggetti che sono stati rianimati per un arresto cardiaco in ambito extra-ospedaliero e sono quindi ricoverati in unità intensiva.

Sintomi

Ipotermia lieve

I segni e sintomi dell’ipotermia lieve sono:

  • Brividi
  • Vertigini
  • Fame
  • Nausea
  • Respiro accelerato
  • Difficoltà nell’esprimersi
  • Leggera confusione
  • Mancanza di coordinazione
  • Stanchezza
  • Aumento della frequenza cardiaca

Ipotermia moderata o grave

Al calare della temperatura corporea, si sviluppano i seguenti segni e sintomi:

  • Brividi, anche se il peggioramento dell’ipotermia comporta l’arresto dei brividi
  • Mancanza di coordinazione
  • Parlata strascicata o borbottio
  • Confusione e difficoltà a prendere decisioni; ad esempio, il paziente può tentare di togliersi indumenti caldi
  • Sonnolenza o livelli molto bassi di energia
  • Mancanza di preoccupazione per il proprio stato
  • Progressiva perdita di coscienza
  • Polso debole
  • Respiro lento e superficiale

Il soggetto in ipotermia in genere non è consapevole delle proprie condizioni perché i sintomi spesso insorgono gradualmente. In più, l’obnubilamento del pensiero associato all’ipotermia impedisce l’auto-consapevolezza. La confusione mentale può anche determinare comportamenti rischiosi.

Ipotermia nei lattanti

Nei bambini piccoli, l’ipotermia si manifesta tipicamente con:

  • Pelle rosso-accesa, fredda
  • Energia molto bassa
  • Pianto debole

Trattamento

Trattamento medico

Secondo il grado di ipotermia, le cure di emergenza possono includere uno dei seguenti interventi per far risalire la temperatura corporea:

  • Riscaldamento del sangue; il sangue può essere prelevato, scaldato e reimmesso nel corpo. Un metodo di riscaldamento comune si basa sull’impiego di un apparecchio per la dialisi, in genere adoperato per il filtraggio del sangue nei pazienti con insufficienza renale. Possono essere usate anche le apparecchiature per i bypass cardiaci.
  • Liquidi caldi per via endovenosa; è possibile somministrare per via endovenosa una soluzione calda di acqua salata per aiutare il riscaldamento del sangue.
  • Riscaldamento delle vie aeree; la somministrazione di ossigeno umidificato con una mascherina o un tubo nasale può scaldare le vie aeree e aiutare ad aumentare la temperatura del corpo.
  • Irrigazione; una soluzione calda di acqua salata può essere adoperata per scaldare alcune aree del corpo, come l’area intorno ai polmoni (pleura) o alla cavità addominale (cavità peritoneale).

In presenza di segni di ipotermia, misurare la temperatura corporea del soggetto. Se inferiore a 35°C, deve essere considerata un’emergenza medica; occorre ricorrere tempestivamente al medico.

Se non sono disponibili cure mediche, iniziare a scaldare la persona:

  • Portare la vittima in una stanza o in un ricovero caldi.
  • Rimuovere qualunque indumento bagnato.
  • Scaldare prima il centro del corpo, quindi torace, collo, testa e inguine, utilizzando se disponibile una coperta elettrica. In alternativa, usare il contatto pelle-pelle sotto strati asciutti non rincalzati di coperte, vestiti, tovaglioli o lenzuola.
  • Le bevande calde possono essere di aiuto, ma va ASSOLUTAMENTE EVITATO l’alcol.
  • Non cercare di far bere una persona priva di coscienza.
  • Una volta che la temperatura corporea è risalita, mantenere la persona asciutta e avvolta in una coperta calda, compresi testa e collo.
  • Ricorrere a un supporto medico appena possibile.

Un soggetto con ipotermia grave può essere incosciente e può sembrare privo di polso o di attività respiratoria. In questo caso, interagire delicatamente con la vittima e ottenere assistenza medica immediatamente. Anche se la vittima sembra morta, bisognerà tentare la rianimazione cardiopolmonare (RPC). Questa dovrà essere mantenuta mentre la vittima viene scaldata, finché non risponde alle manovre o fino all’arrivo del soccorso medico. In alcuni casi, soggetti in ipotermia apparentemente morti possono essere rianimati con successo.

Osservare le seguenti precauzioni:

  • NON assumere che una persona immobile nel freddo sia già morta.
  • NON usare direttamente il calore (come acqua calda o una lampada) per scaldare la persona.
  • NON somministrare alcolici.

Rivolgersi al medico se…

Chiamare il 118 ogni volta che si sospetta l’ipotermia. Aspettando l’arrivo degli aiuti, iniziare a erogare i primi soccorsi.

Prevenzione

  1. NON bere alcolici o fumare prima di esporsi al freddo. Bere molto, mangiare e riposare bene.
  2. Indossare indumenti adatti alle basse temperature per proteggere il corpo. In particolare:
    • Muffole (non guanti)
    • Vari strati di indumenti resistenti a vento e acqua
    • Due paia di calze (evitare il cotone)
    • Sciarpa e copricapo che protegga anche le orecchie (per impedire la notevole dissipazione di calore che avviene dalla testa)

Evitare:

  1. Temperature estremamente fredde, specialmente in presenza di venti forti
  2. Vestiti bagnati
  3. Cattiva circolazione, più probabile con l’età avanzata, vestiti o stivali stretti, posizioni rattrappite, stanchezza, alcuni farmaci, fumo e alcolici

Fonti:

Traduzioni a cura della Dr.ssa Greppi Barbara

L'articolo Ipotermia e temperatura corporea bassa è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.



Fonte: http://www.farmacoecura.it/malattie/ipotermia-e-temperatura-corporea-bassa/

domenica 20 novembre 2016

Il parto: ha i mai pensato a cosa significa partorire?

Se si partorisce un bambino sano dopo una gravidanza serena, tutte le donne sono felici e lo sono di più se lo hanno fatto con un parto naturale poiché sono state protagoniste assolute nel palcoscenico della sala parto.

I bambini attraversano il canale da soli e la mamma li aiuta a venire alla luce senza l’intervento del chirurgo o magari attraverso solo suggerimenti o piccolissime manovre. Ma se si vuole scoprire quali sono le fasi, cerchiamo di sapere come è fatta una donna.

Come è fatta la donna da un punto di vista anatomico

partoForse lo sapete già, forse non ci avete mai pensato….la risposta la conosce ciascuna di voi. Vediamo di aiutare chi è curioso ….. partendo dall’indicazione degli organi riproduttivi, quali la vagina, la cervice, l’utero, le tube di Falloppio, le ovaie.

Per concepire un figlio è necessario che le ovaie rilascino un ovocita che attraverserà le tube di Falloppio ed andrà in utero; se gli spermatozoi fanno il loro dovere, l’uovo viene fecondato e la donna inizia la sua gravidanza.

L’utero gradualmente cresce e si dilata fino ad arrivare al punto massimo al termine della 38 settimana.

La parte inferiore dell’utero si chiama cervice che si trova all’apertura della vagina; quest’ultima va verso l’esterno del corpo aprendosi tra l’uretra e il retto.

Cosa succede quando inizia il travaglio?

parto donnaQuando le future mamme iniziano a sentire sensazioni simili a crampi a livello addominale, cosa potrebbe significare? Molto probabilmente è il momento in cui i muscoli uterini si contraggono, ovvero si hanno le contrazioni.

Inizialmente, dopo un lasso di tempo di circa 20 minuti e poi in tempi sempre più ravvicinati; appena si arriva ad un intervallo di 5 minuti o meno, vuol dire che la donna è entrata in travaglio.

Questa è caratterizzata da 3 fasi:

  1. fase dilatazione o assottigliamento,
  2. parto vero e proprio ovvero espulsione,
  3. uscita della placenta.

Vediamo di analizzare le singole fasi.

Fase dilatazione o assottigliamento

Nella fase di dilatazione o assottigliamento avviene che la cervice arriva ad estendersi fino a 10 cm (dilatazione) e quasi contemporaneamente la cervice tende ad assottigliarsi (assottigliamento).

Parto vero e proprio ovvero espulsione

Una volta entrata in travaglio, la mamma è invitata a spingere ogni qual volta dovesse sentire le contrazioni. Talvolta, si possono avere dolori alla schiena o piccoli sanguinamenti, ma sono abbastanza fisiologici e non destano preoccupazione.  In altri casi, il travaglio deve essere accelerato per la rottura del sacco amniotico, attraverso farmaci che proteggono il feto da eventuali infezioni presenti nel canale di parto. Può accadere che alla donna vengano poste delle fasce elastiche speciali simili a cinte, per controllare il livello e la forza delle contrazioni si decida di effettuare un tracciato cardiotocografico.

L’aumento delle contrazioni fa capire che il bambino sta passando per la cervice ed arrivando in vagina.

Il momento più importante sta per avvicinarsi.

La fase espulsiva comincia quando il bambino dopo aver attraversato la cervice dilatata tanto quanto serve, giunge in vagina e riesce a venire alla luce grazie alla spinta materna eseguita dopo ogni contrazione. A questo punto, se il bambino è più grande e possono incontrarsi difficoltà nella fuoriuscita, il ginecologo-ostetrico pensando che si possa strappare o lacerare la vagina, può decidere di praticare un’incisione chirurgica ai lati; questa è finalizzata sia ad  aiutare il bambino a venire fuori più facilmente, sia a proteggere la vagina e i tessuti circostanti, sia infine per prevenire eventuali complicazioni future, quali per esempio l’incontinenza.

Se poi si dovessero presentare altre difficoltà, dal momento che il tempo di espulsione deve essere il più breve possibile, lo specialista usa una pinza chiamata forcipe per aiutare il bimbo ad uscire più velocemente. In alternativa si utilizza una speciale ventosa poggiata sulla testa del bambino.

Quando il bambino è uscito, viene reciso il cordone ombelicale.

Uscita della placenta

Durante l’ultima fase si pensa alla placenta e si esamina il cordone per identificare eventuali anomalie. In seguito, nel caso sia stata eseguita un’episiotomia, si provvede alla sutura.

I rischi del parto

parto fetoGeneralmente, non ci sono rischi particolari durante il parto e quasi sempre se si dovessero presentare complicanze, queste sono risolvibili con più o meno difficoltà. Tuttavia, qualcosa esiste ed è il caso di menzionarlo.

Va distinto, però il tipo di parto ossia se si partorisce spontaneamente naturalmente o si deve optare per il taglio cesareo.

Nel parto spontaneo:

  1. Lo stress potrebbe provocare sul bimbo una debolezza a livello nervoso.
  2. Problemi respiratori o cardiaci e a seconda del tempo in cui il bimbo ha sofferto per una mancanza di ossigeno o un’aritmia. Per quanto riguarda le neomamme, tutto dipende dalla posizione e dalla tensione delle gambe durante l’intero travaglio:
  3. I nervi e i muscoli degli arti inferiori potrebbero perdere la loro tonicità temporaneamente per periodi più o meno lunghi, potrebbero verificarsi sanguinamenti per lo sforzo e la rottura di qualche capillare, molto raramente si potrebbero verificare infezioni; queste ultime si possono tranquillamente curare con una terapia antibiotica.

Per quanto riguarda il taglio cesareo, i rischi sono più o meno gli stessi che possono accadere in qualsiasi intervento chirurgico (trombosi, infezione della cicatrice, piccoli sanguinamenti, traumi, il più spesso passeggeri, ai nervi del bacino a livello iliaco-femorale o qualche problema nell’evacuazione delle feci).

Si può partorire senza sentire dolore?

Questo dipende dalle partorienti.

Si può richiedere infatti una qualsiasi forma di anestesia effettuabile con farmaci, localmente o attraverso il blocco epidurale da metà schiena in giù. Tra questi metodi, l’anestesia locale in vagina, è la più semplice in quanto non si sente molto dolore e al tempo stesso si riesce a spingere al momento giusto.

L’epidurale è usata principalmente nei tagli cesarei, ma è possibile anche nell’altro caso. E’un’anestesia che non influisce sul feto e sul neonato poi; i nervi e la forza muscolare della mamma sono preservate.

Esiste infine l’anestesia generale ma si tende a cercare alternative.

Quando è necessario il taglio cesareo?

Se è la donna a richiederlo ed il ginecologo a concordarlo, specialista e paziente sanno già come e quando procedere, se invece è dettato dalla situazione, vediamo perché e quando eseguirlo.

Cinque almeno sono le circostanze:

  • Quando il bambino non riesce ad attraversare il canale di parto o ha problemi durante il travaglio.
  • Quando il bambino si trova in una posizione tale da non consentire facilmente il parto.
  • Se non c’è spazio sufficiente per il bambino quando deve uscire dalla porta vaginale.
  • Se la dilatazione della cervicale non è completa.
  • Se si verificano inaspettate situazioni.

Per partorire, oggi la decisione viene presa dalla paziente nel caso di parti naturali o spontanei; se non sono possibili, sarà il ginecologo a suggerire i pro e i contro di ogni intervento che vorrà fare ed esprimerà la sua posizione spiegando il perché considera più tranquillo il tipo di parto suggerito.

Fonte:

www.nostrofiglio.it



Fonte: https://www.idoctors.it/blog/parto/

Vuoti di memoria, 13 possibili cause da conoscere

Vuoti di memoria

Avete spesso dei vuoti di memoria? Purtroppo si tratta di un problema piuttosto comune, un problema che può essere provocato da svariate cause, a cominciare da un sovraccarico di informazioni, continuando con carenze di vitamine ed altre condizioni da non sottovalutare.



Fonte: http://feeds.blogo.it/~r/benessereblog/it/~3/BYuwktf9ayc/vuoti-di-memoria-13-possibili-cause-da-conoscere

Barbara D’Urso presenta la dieta Sorrentino a Pomeriggio 5

Barbara D’Urso ha proprio deciso di far dimagrire l’Italia e dopo la dieta dell’uva ecco che propone la Dieta Sorrentino, dal nome del nutrizionista Nicola Sorrentino che nello studio di Pomeriggio 5 dispensa consigli per ritrovare la forma. E’ chiamata anche dieta dell’acqua o dieta pancia piatta

Si tratta questa volta di una dieta equilibrata per dimagrire in salute, senza strafare, che lascia molta libertà di interpretazione e combinazione dei cibi, in primo luogo la pasta, sempre presente a pranzo insieme alle verdure.
Anche per quanto riguarda le porzioni la dieta Sorrentino è alquanto flessibile, infatti nel presentarla il nutrizionista ha fatto un semplice esempio: se chi fa questa dieta è abituato a mangiare 150gr di pasta al giorno, dovrà diminuire la quantità a 100 gr; chi ne mangia invece 100gr potrà scendere a 70gr.

dieta sorrentino pomeriggio 5

 

Dieta Sorrentino

Tanti i vip che sono dimagriti con la dieta Sorrentino, chiamata anche dieta dell’acqua o dieta della pancia piatta, da Ilary Blasi a Laura Pausini. In cosa consiste la dieta Sorrentino? Quali sono i principi cardine? perchè seguirla? Quali cibi assumere e quali benefici per il nostro organismo? La dieta Sorrentino può avere effetti collaterali? Cerchiamo di rispondere a tutti questi quesiti in questo articolo interamente dedicato alla dieta dell’acqua e della pancia piatta.

Dieta Sorrentino a Pomeriggio 5: cos’è

Il Prof. Nicola Sorrentino, specialista in Scienza dell’alimentazione e dietetica e Docente di Igiene Nutrizionale e Crenoterapia dell’Università di Pavia, presenta la sua dieta a Pomeriggio 5, il programma di intrattenimento di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso.

La Dieta Sorrentino è un regime dietetico equilibrato e vario, con meno grassi e zuccheri e molti liquidi (soprattutto acqua). E’ proprio l’acqua il primo grande punto fermo di questa dieta, capace di far dimagrire più facilmente e disintossicare il nostro organismo da scorie in eccesso. Proprio per questo motivo la dieta è stata anche denominata “dieta dell’acqua Sorrentino”.

Bere tanta acqua depura l’organismo da scorie e favorisce un addome sgonfio e senza tossine. Per quest’altro motivo al dieta viene anche comunemente chiamata “dieta della pancia piatta”. Quali sono i principi della dieta del Prof Sorrentino? Quali tabù sfata?.

Principi base delle Dieta Sorrentino

La dieta del Prof Sorrentino si basa su dei principi fondamentali che sono alla base di questo regime alimentare:

  • la pasta non fa ingrassare
  • troppa carne fa male
  • mangiare sano previene le malattie

Introdurre la pasta nella dieta è una mossa che lascia tanti nutrizionisti e dietologi di sasso. Il dottor Sorrentino ha sfatato un tabù radicato nell’immaginario collettivo, introducendolo nella dieta insieme all’acqua per avere pancia piatta e chili in meno, oltre che numerosi altri benefici (che vedremo nei prossimi paragrafi).

Importanza della pasta

Gli amanti della pasta potranno gustarsi tutti i piatti che desiderano senza avere sensi di colpa, ma il contrario. Secondo il dottor Sorrentino, non è la pasta a far ingrassare ma il condimento e le porzioni. La pasta, in quantità proporzionali al proprio stile di vita, deve essere sempre presente nel menù quotidiano perchè è l’alimento (insieme a tutti i carboidrati complessi) che da più energia.

Per dimagrire non bisogna digiunare, ma bilanciare gli alimenti, la pasta cotta al punto giusto (al dente) favorisce:

  • buonumore
  • digestione
  • energia

Inoltre la pasta (compreso il riso) è utile per coloro che soffrono di pressione alta e che devono tenere sotto controllo il diabete. Come possiamo mangiare la pasta? Il dottor Sorrentino consiglia:

  1. con legumi e sugo di pesce per un pasto completo di nutrienti
  2. con verdure per un pasto sano e dietetico

Importanza dell’acqua

BERE TANTA ACQUA, questo l’altro principio della dieta Sorrentino. Bisogna bere almeno 2 litri di acqua al giorno, l’equivalente di 8 bicchieri da ripartire nel seguente modo:

  • 2 prima di colazione
  • 2 prima di pranzo
  • 2 prima di cena
  • 1 durante il pranzo o cena
  • 1 prima di coricarsi

Questa abitudine permette all’organismo di depurarsi, di migliorare digestione e stipsi, di perdere peso (fino a una taglia a settimana) e mantenere una pelle idratata. Leggi tutte le regole della Dieta Sorrentino step to step.

Menù tipo settimanale: gli alimenti giusti

La dieta Sorrentino basa il regime alimentare su determinati generi alimentari, la scelta del menù proposto può essere personalizzato e alternato nei giorni e nei pasti principali (è possibile invertire il pranzo con la cena e viceversa). L’importante che si rispettino le dosi nelle porzioni e nel condimento.

Tra gli alimenti preferiti e considerati sani: pesce, pasta, cereali, verdura, legumi e frutta fresca e secca (da poter assumere a colazione o durante gli snack). Il succo è da considerarsi come 100% naturale senza aggiunta di zuccheri e il latte esclusivamente parzialmente scremato. L’acqua è elemento fondamentale da ripartire nell’arco della giornata come detto nel paragrafo precedente. E’ possibile concedersi un piccolo peccato la domenica, un pezzetto di cioccolato fondente.

Sono VIETATI alcolici, carne (da inserire dopo la prima settimana di dieta una volta at week), zuccheri e grassi. Il menù tipo che segue è pensato soprattutto per le donne, per gli uomini (che hanno bisogno di più nutrienti) basta aggiungere 200 calorie al fabbisogno giornaliero.

Lunedì

  • colazione: caffè, 1 bicchiere di latte parzialmente scremato, 1 fetta biscottata
  • spuntino: spremuta
  • pranzo: 100 g di fiocchi di latte e verdure a volontà condite con un filo di olio extra vergine di oliva
  • merenda: 1 mela
  • cena: 60 g pastina con crema vegetale
  • dopocena: frutto a piacere

Martedì

  • colazione: tè con dolcificante, yogurt magro e 1 fetta biscottata
  • spuntino: 1 succo
  • pranzo: zuppa di verdure
  • merenda: 2 fette di ananas
  • cena: omelette con zucchine, 1 patata lessa
  • dopocena; frutto a piacere

Mercoledì

  • colazione: vedi lunedì
  • spuntino: vedi lunedì
  • pranzo: insalata con aceto balsamico, 2 patate lesse senza olio
  • merenda: 1 yogurt magro alla frutta
  • cena: 60 g tagliatelle con merluzzo
  • dopocena: frutto a piacere

Giovedì

  • colazione: vedi martedì
  • spuntino: vedi martedì
  • pranzo: verdure alla griglia e 1 panino
  • merenda: 1 pera
  • cena: 100 g manzo con pomodorino, insalata con aceto balsamico
  • dopocena: frutto a piacere

Venerdì

  • colazione: vedi lunedì
  • spuntino: vedi lunedì
  • pranzo: pizza marinara con poco olio
  • merenda: macedonia
  • cena: 200 g pesce spada con pomodorini e capperi
  • dopocena: 1 frutto a piacere

Sabato

  • colazione: vedi martedì
  • spuntino: vedi martedì
  • pranzo: zuppa di verdure
  • merenda: 1 mela
  • cena: riso e lenticchie
  • dopocena. 1 frutto a piacere

Domenica

  • colazione: vedi lunedì
  • spuntino: vedi lunedì
  • pranzo: 70 g bresaola con 1 panino
  • merenda: 2 fette di ananas
  • cena: minestra di farro
  • dopocena: 1 frutto a piacere

Benefici della dieta Sorrentino

Il dottor Sorrentino ha ideato questa dieta per dimagrire, depurarsi e soprattutto vivere meglio e in forma. Secondo il dietologo-nutrizionista, mangiare in modo bilanciato e sano allontanerebbe il rischio di ammalarsi. L’ingrediente che fa la differenza è la pasta, inserita in un regime dietetico equilibrato. La dieta dell’acqua e della pasta del dottor Sorrentino, oltre a far perdere fino a 1 kg a settimana ha i seguenti benefici:

  • pancia piatta
  • perdita di peso
  • energia
  • metabolismo migliore
  • digestione migliore
  • concentrazione
  • buonumore
  • anti-depressione
  • anti-stitichezza
  • anti-gas addominale
  • diuresi
  • idratazione della pelle
  • pressione sotto controllo
  • meno colesterolo
  • diabete sotto controllo

E’ possibile seguire questa dieta per massimo un mese, successivamente è possibile introdurre con le giuste dosi anche qualche zucchero, una tazzina di caffè e la carne. La dieta Sorrentino ha effetti collaterali?

Rischi della dieta Sorrentino

Prima di seguire qualsiasi regime dietetico sentire sempre il parere di un medico. Per quanto riguarda i rischi della dieta Sorrentino, non ha particolari effetti collaterali. Alcuni l’hanno considerata un regime “fan diet”, usa e getta, perchè dovrebbe essere mantenuto costante nel tempo per evitare disturbi metabolici.

Particolare attenzione per coloro che hanno problemi di reni o patologie serie, donne in gravidanza.

 

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Fonte: http://www.vivodibenessere.it/dieta-sorrentino-barbara-d-urso-a-pomeriggio-5/

Funghi Shiitake: come prepararli e perché sono speciali

Shiitake: i funghi orientali dalle mille proprietà

Gli shiitake sono dei funghi di origine asiatica e diffusi soprattutto in Giappone e Cina. Il loro nome scientifico è Lentinula edodes ed è conosciuto da sempre nella tradizione orientale per essere un fungo estremamente nutriente e ricco di proprietà benefiche per l'organismo.



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Crostata di Natale con crema al lime

Le crostate sono un dolce veloce, semplice da fare, belle da vedere e buone da gustare in qualsiasi occasione, sia in un pranzo domenicale, sia per ricorrenze speciali, come il Natale.

Volete un dolce originale che non sia il solito panettone o pandoro? Ecco la ricetta della crostata integrale con crema al lime. Vedi Finger Lime.

Crostata integrale con crema al lime: ricetta

La crostata al lime è facile e gustosa, per realizzarla bastano pochi ingredienti e abilità nell’impasto (che non va lavorato a lungo per non riscaldarlo troppo). Ingredienti per 6 persone:

  • 100 g di farina 00
  • 100 g di farina integrale
  • 100 g di burro
  • 100 g di zucchero
  • 75 g di zucchero
  • 75 g di burro
  • 3 tuorli
  • 1 uovo
  • 1 albume
  • 2 lime
  • 1 pizzico di sale

Potete sostituire il burro con 3 alternative vegetali.

Preparazione

Per prima cosa impastare la farina 00, quella integrale, 100 di zucchero, 100 g di zucchero, i tuorli e il sale. Formato il composto sferico fate riposare in frigo per circa 30 minuti.

Nel frattempo grattugiare la scorza dei lime e spremere il succo per filtrarlo. In un recipiente sbattere l’uovo con lo zucchero e incorporare burro (fuso), succo e scorza di lime più l’albume dell’uovo.

Stendere la pasta sfoglia ottenuta in uno stampo rivestita di carta da forno, versare la crema al lime e cuocere per 45 minuti in forno a 180°C. Fate raffreddare e servire magari decorando con fiocchi e forme natalizie in pasta da zucchero.

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Fonte: http://www.vivodibenessere.it/crostata-di-natale-con-crema-al-lime/

sabato 19 novembre 2016

Riscaldamento, gli esercizi da fare in casa

 

Prima di ogni sessione di allenamento è necessario riscaldare i muscoli per evitare fastidiosi crampi o stiramenti.

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Riscaldamento, gli esercizi da fare in casa pubblicato su Benessereblog.it 19 novembre 2016 21:06.



Fonte: http://feeds.blogo.it/~r/benessereblog/it/~3/13l1tMayVmw/riscaldamento-gli-esercizi-da-fare-in-casa

Naturopatia: le ricette fai-da-te che funzionano

Dopo aver appreso che i rimedi della nonna possono diventare scienza?, ecco farsi largo la naturopatia con i suoi rimedi efficaci contro alcune problematiche che affliggono almeno una volta nella vita le persone.

Come digerire naturalmente? Come curare traumi naturalmente? Questo e tanto altro nel nostro articolo di ricette fai-da-te e naturali che funzionano davvero. Vedi anche perchè bere acqua calda fa bene.

Rosmarino contro la nausea

Il rosmarino è una spezia usata spesso in cucina, con notevoli proprietà e benefici. Il rosmarino è efficace contro la sensazione di nausea. Una tisana naturale ha un sensazionale effetto antiemetico. Come fare?.

Basta mettere due foglie di salvia, due fette di limone e un rametto di rosmarino in un pentolino e far bollire per 5 minuti. Filtrare bene e sorseggiare.

nausea

Acqua e bicarbonato per digerire

Chi soffre di reflusso gastrico e difficoltà nella digestione può bere un bel bicchiere di acqua tiepida, con un cucchiaino di bicarbonato e mezzo limone spremuto prima di andare a dormire.

In questo modo l’intestino avrà i suoi benefici e con esso la digestione migliorerà.

Patata cruda per i traumi

Traumi improvvisi? Colpi e ematomi? Prendete una patata e fatela a fette. Applicatele sulla zona interessata e i risultati saranno notevoli grazie all’azione decongestionante.

Baule di acqua calda contro i dolori addominali

La borsa d’acqua calda è un potente antidolorifico, contro dolorini addominali, dolori mestruali. Basta applicarla per qualche minuto sulla zona dolente. Ma se il problema dovesse persistere consultare un medico.

Aloe per scottature e ferite

L’aloe ha proprietà antisettiche e cicatrizzante ed è un ottimo rimedio contro:

Raccogliere una foglia di aloe e frullarla con acqua fredda, applicarla sulla parte da trattare per almeno 15 minuti. Rimuovere con un batuffolo imbevuto di acqua tiepida. I risultati saranno rapidi e efficaci.

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Fonte: http://www.vivodibenessere.it/naturopatia-le-ricette-che-funzionano/

Caso Clinico #46

Caso Clinico

Sono le 04:00 di notte quando, al pronto soccorso, giunge Claudio portato dai suoi amici dopo aver passato una serata in discoteca.
Claudio è un ragazzo di 27 anni, alto, magro, appassionato dello sport e della pesca subacquea. Ogni tanto ha il vizio di fumare qualche sigaretta quando è in compagnia degli amici, ma in linea di massima è un soggetto che si trova in pieno benessere. Quella sera, Claudio aveva comincia ad accusare un forte dolore al torace, sopratutto destro, ed a respirare sempre più velocemente.
Il mmg procede con l’auscultazione del torace. Nel frattempo giunge la madre, la quale conferma un anamnesi patologica negativa. Il mmg richiede un rx del torace.
Cosa ti aspetti di trovare?

Diagnosi: Soluzione ore 16.00

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Fonte: http://lamedicinainunoscatto.it/2016/11/caso-clinico-46/

Avere un figlio dopo i 35 anni migliora le capacità intellettuali?

Gravidanza

Le donne che fanno un figlio verso i 35 anni hanno migliori capacità intellettuali? A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, secondo cui le capacità intellettuali dopo la menopausa sarebbero migliori per le donne che hanno avuto il loro ultimo bambino dopo i 35 anni di età, hanno usato contraccettivi ormonali per più di 10 anni o hanno avuto il loro primo ciclo mestruale prima dei 13 anni. Nello specifico, le donne in postmenopausa che hanno avuto la loro ultima gravidanza dopo i 35 anni avrebbero avuto una migliore memoria verbale.

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Avere un figlio dopo i 35 anni migliora le capacità intellettuali? pubblicato su Benessereblog.it 19 novembre 2016 13:30.



Fonte: http://feeds.blogo.it/~r/benessereblog/it/~3/w2OKebTrf-4/avere-un-figlio-dopo-i-35-anni-migliora-le-capacita-intellettuali

Olio 31: un tesoro di proprietà concentrate

Da un’antica ricetta svizzera, l’ olio 31 è una miscela di oli essenziali tratti da erbe, bacche, radici etc di 31 piante diverse (menta piperita, eucalipto, arancio dolce, anice, citronella, limone, finocchio, tea tree, pino silvestre, rosmarino, menta crispa, cumino, aglio, timo, cannella, chiodi di garofano, bacche di ginepro, pino pumillo, aneto, salvia, mentolo, legno di rosa, noce moscata, macis, ginseng, violetta, mirra, alpinia, benzoino, melissa, verbena, vaniglia).

In quanto tale, possiede tutte le proprietà e apporta tutti i benefici di ogni sua componente costituente, lavorando al contempo in sinergia (i benefici sono moltiplicati quindi): per questo l’olio 31 viene ritenuto un vero portento. Solo elencando gli utilizzi e le situazioni o malanni per il quale può essere utilizzato, ci si rende immediatamente conto di quali potenzialità ha e di come può diventare una presenza costante in casa propria.

Essendo molto versatile è atto per i massaggi, per le frizioni e per le vaporizzazioni; è comunque economico (e va utilizzato in dosi minime in quanto è concentrato), pratico, sicuro, non contiene alcool e non unge (asciuga in pochissimo tempo).

Olio 31 a cosa serve?

Per il corpo: è stimolante e rinfrescante e dopo l’attività fisica, è ideale in quanto ha effetto balsamico, rilassante e antidolorifico (muscolare e/o articolare): in quest’ultimo caso, massaggiare le parti indolenzite con 8-10 gocce, aggiungendole all’olio di base utilizzato (ad es. olio di mandorle). E’ ottimo ed efficace anche in caso di dolori dovuti ad infiammazioni come torcicollo, cervicale, lombalgia, tendinite, etc. Per la stanchezza generale del corpo, è consigliabile fare un bagno caldo con 20 gocce di olio e restarvi immersi per 20 minuti: nuova energia assicurata. Per i dolori pettorali, massaggiare con olio di oliva e 5-6 gocce di olio 31. I massaggi con l’olio 31 prima dell’attività fisica (a gambe, braccia e piedi), consentiranno di sentirsi meglio, in forza e pronti allo e fatica.

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Per il mal di testa: bastano poche gocce sulla fronte, massaggiate direttamente o utilizzate un batuffolo di cotone per farlo.

Per i capelli: è antiforfora. Versare 7 gocce sui capelli asciutti e frizionare leggermente; poi pettinarsi normalmente. Oppure aggiungere qualche goccia allo shampoo: serve anche in caso di cuoio capelluto irritato.

Per i piedi e la barba: per la cura ed il benessere, è rinfrescante, anche come dopobarba (versare 4 gocce sul palmo della mano e passarsi poi il viso e la fronte, per circa un minuto, massaggiando delicatamente). Per massaggiare i piedi stanchi e gonfi, utilizzare 10-15 gocce oppure fare un pediluvio aggiungendo 5 gocce nella bacinella di acqua tiepida.

Per la pelle: ammorbidisce la pelle e contrasta la formazione delle rughe, purificando e rassodando. Aggiungere qualche goccia alla propria crema idratante quotidiana, evitando il contorno occhi. È efficace anche sul corpo, dopo la depilazione, per evitare la formazione di follicoliti ed irritazioni. In caso di punture d’insetto, massaggiare la zona con qualche goccia. Per la pelle secca, grassa o con smagliature, massaggiare l’olio direttamente sulla pelle. Per una cura generale e salutare del corpo, sia la mattina dopo la doccia sia la sera prima di andare a dormire, con 2-4 gocce, frizionare petto, collo, nuca, schiena, braccia, gambe e piedi.

Per la bocca: profuma l’alito e cura l’igiene dei denti. Basta fare dei risciacqui con 2-4 gocce di olio 31 in un bicchiere di acqua; versare qualche goccia sullo spazzolino per tonificare le gengive; e versare sulla lingua 1-2 gocce per combattere l’alito cattivo. Per il mal di denti, versare 1 goccia sul dente incriminato.

Per le affezioni delle vie respiratorie (tosse, raffreddore, bronchite, etc): è antibatterico, balsamico e rigenerante. Fare delle inalazioni/suffumigi utilizzando 2 gocce nell’aerosol o 10 gocce ogni litro di acqua calda (respirare i vapori per un quarto d’ora). E’ possibile versare qualche goccia anche sul fazzoletto o sul cuscino (per la notte) per respirare meglio e massaggiare qualche goccia vicino le narici e sul petto.

Per l’insonnia: bere una tazza di camomilla con 2 gocce di olio 31.

Per la digestione e l’intestino: mettere 1-2 gocce su una zolletta di zucchero o in ½ bicchiere d’acqua tiepida o, prima dei pasti, 2 gocce con il miele 20 minuti prima o 2-3 gocce nella camomilla. Per stimolare e regolare l’intestino invece, la mattina a digiuno, versare 3-4 gocce in ½ tazza di latte o camomilla, con 1 cucchiaio di miele e 3-4 gocce di olio di oliva. Oppure, sia per la mattina sia per la sera prima di coricarsi, 2 gocce di olio 31 con 2-3 gocce di olio extravergine in un bicchiere d’acqua calda.

Per le mestruazioni: massaggiare la pancia con qualche goccia per ottenere un effetto anestetizzante. Inoltre l’olio 31 fa bene in gravidanza

Per il sole ed il caldo: versare 15-20 gocce di olio nella flacone da 500 ml di bagnoschiuma e fare quindi la doccia: rinfrescherà la pelle se si è preso troppo sole e toglierà la sensazione di afa dal corpo. Per la calura estiva invece, mettere una goccia sotto la pianta dei piedi e una dietro le orecchie.

Per la casa: ideale da mettere nell’umidificatore, rinfresca l’ambiente e disinfetta l’aria, profuma il bucato (anche nel ferro da stiro) e, nel lavare i piatti, elimina i cattivi odori. Se si versa qualche goccia su batuffoli di cotone e si ripongono poi in un sacchetto di stoffa, si può utilizzare per profumare gli armadi.

Per l’aromaterapia: mettere qualche goccia nell’acqua per la sauna o in un pentolino sul fornello. Per fare un bagno di vapore al viso, sono sufficienti 3-5 gocce nell’acqua bollente.

Ovviamente questi sono gli usi riportati dal produttore, e siamo liberi di credere o meno al reale funzionamento per tutta la varietà di benefici che sono descritti!

Nota bene: ricordarsi che l’olio 31 è ad uso esterno, quindi non va ingerito e non si deve usare sulle lesioni o ferite; lavarsi bene le mani dopo averlo maneggiato, per evitare un accidentale contatto con gli occhi.

Attenzione: Queste informazioni sono esclusivamente di carattere informativo. Non vogliono e non devono sostituire le indicazioni del medico al quale vi esortiamo di affidarvi.

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Fonte: http://www.vivodibenessere.it/olio-31-proprieta-corpo-piedi-mestruazioni/

Lampade di sale, 3 controindicazioni all'utilizzo

Turned on himalayan crystal natural salt bowl lamp

La lampada di sale è un vero e proprio blocco di sale rosa che viene utilizzato per purificare l'ambiente.

Questa lampada è disponibile in diverse grandezze e ogni blocco è diverso dall'altro per il tipo di colore che emana e le sfumature. I benefici derivanti dall'utilizzo di lampade di sale ormai li conosciamo, vanno dalla purificazione degli ambienti attraverso la ionizzazione dell'aria,  alla riduzione dell'affaticamento. La lampada di sale inoltre, elimina i cattivi odori e migliora la respirazione.

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Lampade di sale, 3 controindicazioni all'utilizzo pubblicato su Benessereblog.it 18 novembre 2016 17:48.



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Non buttate i fondi del caffè!

Si stima che in Italia, ogni anno, ogni cittadino consumi 6 kg di caffè e getti altrettanti fondi di caffè nella spazzatura: ma che errore! Sapete quante potenzialità ed utilizzi hanno i fondi di caffè e quale “tesoro” state buttando via? In un periodo difficile e di crisi come il presente è davvero uno spreco non sfruttare tutte le possibili alternative e funzionalità che se ne possono ricavare; ecco cosa ne possiamo fare (senza dimenticare il riciclo e l’aiuto all’ambiente che possiamo dare riducendo i rifiuti):

–          Per contrastare i cattivi odori, i fondi del caffè sono ottimi per assorbirli: nel frigorifero basta porli in una tazza (da lasciare aperta) e lasciarli esprimere il loro aroma; per gli armadi, riempire dei sacchetti di stoffa asciutti (o dei collant vecchi) con i fondi e riporli all’interno per contrastare l’odore di chiuso. Se si preferisce, è possibile aggiungere qualche goccia di estratto di vaniglia per gli armadi e di olio essenziale alla menta per il congelatore, frigorifero e posaceneri.

–          Per deodorare gli ambienti, mischiare i fondi di caffè con un po’ di acqua e cannella e lasciar vaporizzare il profumo a fuoco dolce.

–          Per i capelli, strofinare i fondi dopo aver fatto lo shampoo e lasciar riposare per 10 minuti, risciacquare poi di nuovo con poco shampoo: potrebbe prevenire la forfora, la caduta dei capelli e donare lucentezza alle chioma castane.

–          Per le mani in cucina, aiutano a togliere l’odore che lasciano aglio, cipolla e pesce: strofinare quindi le mani con i fondi e poi insaponarle.

–          Per il corpo, fare uno scrub mescolando i fondi di caffè con qualche cucchiaino di olio d’oliva: la miscela ottenuta sembra sia un ottimo esfoliante naturale, nutriente, economico e biologico.

–          Per le cosce ed i glutei, fare un composto anticellulite miscelando i fondi  (finemente triturati) con 1 cucchiaio di bagno schiuma e 1 cucchiaio di acqua tiepida (si può aggiungere anche 1 cucchiaio di argilla verde ventilata): spalmare e massaggiare accuratamente, lasciando poi riposare per 10 minuti. Fare poi una doccia tiepida o fredda. Tutto ciò consente alle particelle della caffeina di penetrare in profondità nella pelle per favorirne elasticità e un colorito sano.

–          Per le piante, usare i fondi come concime e fertilizzante, in quanto contengono importanti nutrienti come calcio, azoto, potassio, magnesio e altri vari minerali: è sufficiente mettere il fondo del caffè freddo nel vaso o direttamente sulla terra. Se si preferisce un fertilizzante liquido, aggiungere 2 tazze di fondi di caffè ad un secchio d’acqua, lasciar in infusione e spargere poi sulle piante da giardino e da vaso, soprattutto per nutrire le foglie.

–          Per allontanare gli insetti, i fondi sono ideali perché essendo acidi, sono dei veri repellenti soprattutto per le formiche e le lumache: spargendo un po’ di polvere nei punti critici della casa, ove solitamente trovate gli insetti, questi dovrebbero tenersi lontani dalla vostra casa; lo stesso vale per il giardino: basta spargere i fondi sul perimetro e senza utilizzare pesticidi, lumache e chiocciole preferiranno stare alla larga.

–          Per lucidare pentole e bicchieri, dopo il normale lavaggio, strofinarle per togliere la patina di minerali (non fatelo con i piatti perché rischiate di colorarli dove vi sono i consueti graffi).

–          Per eliminare le macchie sui mobili e sui pavimenti, inumidire un panno, passarlo sui fondi e strofinare poi sulla macchia incriminata: pare che aiuti a farla scompare facilmente anche se si tratta di macchie zuccherine date da sciroppi, bibite, etc. Con la polvere di caffè, è possibile anche togliere i graffi chiari sui mobili in legno

–          Per colorare i tessuti, i fondi sono ideali perché sono in grado di conferire toni caldi ed effetto invecchiato anche ai filati. Se si aggiunge dell’acqua tiepida, il colore marrone che si ottiene può essere utilizzato anche per lavori di decoupage (al termine, asciugare sempre con phon, spazzolare via la polvere e fissare con stiratura a secco)

–          Per accendere il camino, arrotolare dei giornali e cospargerli con la polvere dei fondi (combustibile perfetto); per pulirlo, buttare i fondi bagnati dentro il camino per tenere basse le polveri e pulire così facilmente

–          Per pulire gli scarichi di lavandini e water, diluire i fondi con acqua: si prevengono anche i cattivi odori.

E non finisce qui! Grazie a recenti studi, infatti, scienziati spagnoli hanno scoperto che i fondi di caffè sono ricchi di sostanze antiossidanti e potrebbero essere utilizzati per produrre integratori per la salute. La maggiore quantità di antiossidanti si troverebbe nei fondi del caffè preparato con capsule, filtri e l’espresso del bar, meno in quello della moka, ma comunque è di certo che siano una risorsa da sfruttare ancora e non da gettare direttamente nella spazzatura.

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Così facendo aiuteremo tutti a scoprire tante cose sul riutilizzo, e magari un giorno riusciremo a vivere in un posto migliore!

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venerdì 18 novembre 2016

Osteoporosi: prevenzione e cura

L’osteoporosi è una malattia che colpisce le ossa, indebolendole lentamente, fino a provocarne una frattura. Si tratta di un problema che interessa maggiormente i paesi industrializzati e in particolare le persone di sesso femminile dopo la menopausa.

L’osteoporosi, se si segue un corretto stile di vita, può essere opportunamente prevenuta o al limite curata in modo da rendere la vita del paziente soddisfacente.

Le cause dell’osteoporosi

Osteoporosi: prevenzione e curaLe ossa sono tessuti che vivono e si modificano durante la crescita di un individuo, in particolare si rinnovano in continuazione grazie a un meccanismo per cui il tessuto vecchio viene rimosso e sostituito da quello nuovo. Durante l’infanzia la quantità di tessuto nuovo è maggiore di quello che viene eliminato e per questo motivo la massa ossea aumenta, fino a raggiungere un picco intorno ai 30 anni. Superata questa età il nostro organismo rimuove più tessuto di quanto ne crea e per questo motivo la nostra struttura ossea inizia a indebolirsi.

L’indebolimento dell’organismo non è uguale per tutti gli individui ma è legato ad alcuni fattori personali:

  • sesso, le donne hanno una maggiore probabilità di soffrire di questo disturbo,
  • quantità di tessuto osseo accumulato durante la crescita (picco di massa ossea),
  • qualità del tessuto osseo legata alla quantità di calcio, fosforo e altri minerali contenuti nelle ossa,
  • livelli ormonali, se le quantità di estrogeni e testosterone si abbassano il decadimento osseo è più veloce,
  • velocità di decadimento legato a fattori genetici,
  • alimentazione in cui si ha uno scarso apporto di calcio,
  • fumo ed eccesso di alcool,
  • stile di vita con scarsa attività sportiva,
  • utilizzo prolungato di farmaci come corticosteroidi, antidepressivi, antitumorali,
  • invecchiamento,
  • corporatura, le persone esili hanno una maggiore probabilità di ammalarsi.

I sintomi dell’osteoporosi

I sintomi dell’osteoporosiL’osteoporosi, soprattutto nelle prime fasi, è asintomatica e l’individuo non si rende conto che le sue ossa si stanno pericolosamente indebolendo. In genere, se si è fortunati, ci sono alcuni campanelli d’allarme grazie ai quali un buon medico capisce il sopraggiungere della malattia:

  • mal di schiena,
  • variazione della postura che tende a incurvarsi,
  • diminuzione della corporatura.

Spesso, purtroppo, la malattia è asintomatica e ci si rende conto di esserne affetti solo quando arriva una frattura delle ossa ormai deboli. Generalmente le ossa più colpite sono le vertebre, il femore e il polso che si rompono a seguito di una caduta o anche di piccoli incidenti.

Il problema è che le fratture interessano spesso le persone anziane e non sono da escludere pericolose complicanze causate dall’età. In particolare non sempre il paziente riesce a ristabilirsi a seguito di una frattura importante come quella del femore.

Le persone che hanno maggiore probabilità di contrarre l’osteoporosi sono donne in menopausa con un’età intorno ai 70 anni. Recenti studi hanno, infatti, evidenziato che a questa età una donna può avere il 30% in meno della massa ossea che aveva in gioventù. Se poi ricordiamo che il sesso femminile ha una lunghezza media della vita più alta di quella degli uomini è spiegato il motivo per cui il 70% dei malati di osteoporosi sono donne.

Come diagnosticare e prevenire l’osteoporosi

Considerato che l’osteoporosi è generalmente asintomatica gli esperti consigliano di sottoporsi, superati i 65 anni di età, a particolari controlli che misurano la densità delle ossa e la loro variazione nel tempo, come la mineralometria ossea computerizzata (MOC), l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DEXA) e la Tomografia computerizzata (TAC) quantitativa.

Per l’osteoporosi, come per molte altre patologie, la migliore cura rimane sempre la prevenzione. In particolare i medici consigliano:

  • una dieta equilibrata ricca di calcio (latte, latticini, arance, pesce, verdura) e vitamina D,
  • limitare il fumo e il consumo di bevande alcoliche,
  • assorbire una buona quantità di luce solare per assorbire meglio la vitamina D assunta con l’alimentazione,
  • prestare particolare attenzione alla postura che si tiene durante l’arco della giornata in modo da non accumulare tensioni ai danni della colonna vertebrale,
  • seguire un’attività fisica regolare in modo da irrobustire le ossa e i muscoli che le sorreggono.

Invece, le persone anziane, dovrebbero prestare attenzione a eventuale cadute indossando scarpe basse e antiscivolo, mettere un tappetino antiscivolo nella doccia e fare attenzione quando si sollevano carichi pesanti.

A seguito di una frattura causata da osteoporosi il paziente dovrà iniziare una seria terapia di recupero in modo da rinforzare le ossa. Generalmente quando si arriva a un punto critico non è più sufficiente variare l’alimentazione o lo stile di vita e bisognerà seguire una terapia farmacologica sotto il consiglio di un medico esperto.

La terapia per curare l’osteoporosi

Ricordiamo che è fondamentale seguire una terapia solo se seguiti da un medico esperto e bisogna assolutamente evitare il fai da te in quanto i farmaci usati per curare l’osteoporosi possono avere effetti collaterali anche seri. Inoltre è bene ricordare che non esiste una terapia specifica che vada bene per tutti i casi, quindi la diagnosi di un medico è imprescindibile così come la gestione della terapia (durata e farmaco utilizzato).

Tra i farmaci maggiormente utilizzati per curare l’osteoporosi abbiamo: estrogeni, SERM, bisfosfonati, teriparatide e ormone paratiroideo, calcitonina, vitamina D e suoi derivati e integratori di calcio.



Fonte: https://www.idoctors.it/blog/osteoporosi-prevenzione-cura/

Dimagrire senza soffrire la fame, i consigli di Adriano Panzironi


Adriano Panzironi, scrittore e giornalista, autore del best seller "Vivere 120 anni", ci spiega semplicemente come dimagrire con pochi accorgimenti.

Lo scrittore, in base alle sue ricerche, afferma che è possibile dimagrire semplicemente dando la prevalenza alle proteine nel corso della giornata. I carboidrati infatti tendono a trattenere acqua nei tessuti ed ostacolano il dimagrimento. Colazione quindi con uova e prosciutto e pranzo e cena con carne o pesce e tanta verdura, questo a grandi linee.

Mangiando in questo modo non si dovrebbe soffrire la fame.

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Dimagrire senza soffrire la fame, i consigli di Adriano Panzironi pubblicato su Benessereblog.it 18 novembre 2016 18:06.



Fonte: http://feeds.blogo.it/~r/benessereblog/it/~3/E0ox5YPpqp8/dimagrire-senza-soffrire-la-fame-i-consigli-di-adriano-panzironi

Riso per eliminare i cattivi odori dall’armadio

Abiti che emanano un odore sgradevole di muffa o chiuso? Colpa degli armadi in cui si forma l’umidità responsabile dei cattivi odori su abiti, giacche e cappotti. Come fare? Se avete già provato i classici sacchetti profumati in commercio è ora di passare a un rimedio veloce e economico: il riso (basmati).

Sembra strano che un alimento così comune nelle nostre dispense possa essere capace di eliminare il cattivo odore dagli armadi. Eppure è così. Qual è il segreto? La capacità di assorbire l’umidità e non solo…

Perchè si forma l’umidità negli armadi?

Le cause della formazione dell’umidità negli armadi sono molteplici e spesso riguardano case più antiche e arredamento datato. Anche le case di recente costruzione possono avere questi problemi. Vediamo insieme perchè si forma l’umidità:

  • stanze poco areate
  • alcuni materiali come il legno sono più soggetti a formare muffa e umidità
  • funghi
  • problemi di vernici

La formazione di umidità porta inevitabilmente a cattivo odore, soprattutto negli armadi, terreno fertile per l’annidarsi di muffe, funghi miscroscopici e batteri. Come fare? Usiamo il riso.

Il riso come rimedio per eliminare odori

Già le nostre nonne adottavano il rimedio del riso contro i cattivi odori degli armadi. Lo sigillavano in sacchetti e lo riponevano sui ripiani interni accanto agli indumenti (da qui l’idea dei sacchetti profumati in commercio). Questo rimedio è più che attuale grazie alla straordinaria capacità del riso di assorbire umidità. Come fare?.

Innanzitutto bisogna procurarsi dei sacchetti di tela o cotone 100% che si chiudano con del nastro. Mettete in ogni sacchetto circa 40 g di riso e depositatele sui ripiani dove sono piegate le maglie e le camicie. Per l’abbigliamento sulle grucce /(vedi come riutilizzare le grucce metalliche), basta appenderli a queste ultime e il gioco è fatto.

In alternativa potete anche mettere del riso in una ciotola e collocarlo alla base dell’armadio. Cambiate il riso almeno ogni 15 giorni e noterete che l’odore sgradevole di muffa e chiuso sarà scomparso.Ricordatevi che è molto importante prevenire la formazione di umidità con semplici accorgimenti.

Come prevenire il cattivo odore dagli armadi

La prevenzione vale anche per gli indumenti che a causa dell’umidità emanano cattivo odore. Evitare tutto questo è possibile seguendo i nostri consigli:

  • far asciugare bene gli indumenti prima di sistemarli nell’armadio
  • non depositare scarpe negli armadi
  • non ripiegare indumenti sporchi
  • non comprimere troppo la biancheria negli armadi ma farla respirare
  • fate areare la stanza

Altri rimedi elimina odori

In alternativa al riso potete anche prevenire e combattere i cattivi odori dagli armadi con dei semplici trucchi fai-da-te e a portata di casa. Ecco altri rimedi efficaci anti-odore:

Addio cattivi odori con rimedi facili, veloci e soprattutto economici.

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Chlamydia, perché è importante proteggersi

Si calcola che in Europa una donna su 40 o 50 sia portatrice di Chlamydia trachomatis, un batterio intracellulare, che si insedia, cioè all’interno delle cellule, si trasmette per via sessuale e colonizza la mucosa della cervice dell’utero. “Nel 70% dei casi, non si tratta di una vera e propria infezione, perché il batterio non si comporta come un patogeno: non arreca alcun danno e non provoca sintomi”, spiega il ginecologo Enrico Ferrazzi, vicepresidente del comitato scientifico di ASM, l’Associazione per lo Studio delle Malformazioni. Nel rimanente 30% dei casi, i sintomi ci sono, ma di solito sono blandi e aspecifici: bruciore urinario, perdite vaginali, lieve sanguinamento durante i rapporti sessuali, tanto che spesso vengono ignorati o sottovalutati. Se però l’infezione non viene trattata, può innescare una reazione infiammatoria grave, la cosiddetta malattia infiammatoria pelvica, che può provocare lesioni permanenti alle tube e compromettere la fertilità. Se contratta in gravidanza o già presente al momento del concepimento, il batterio può risalire le vie genitali e danneggiare le membrane fino a provocarne la rottura. Il risultato, a seconda dell’epoca gestazionale, è un aborto o un parto prematuro”.

Come diagnosticarla

I due test più efficaci per diagnosticare un’infezione da Chlamydia sono il dosaggio degli anticorpi e la ricerca del DNA batterico. “Entrambi si eseguono su un campione di muco che si raccoglie con un tampone. Meglio optare per un tampone cervicale, che è più affidabile rispetto a quello vaginale”, dice Ferrazzi. “Il tampone con coltura batterica, invece, può dare un risultato fuorviante”.
I due anticorpi dosati nel test immunologico sono le IgG e le IgM anti-Chlamydia. La positività alle IgG indica che il sistema immunitario è entrato in contatto con il batterio: c’è stata in passato una colonizzazione, che può essersi risolta con o senza il ricorso agli antibiotici, oppure è attualmente in corso. La positività alle IgM invece indica l’attuale presenza del batterio.
La ricerca del DNA consente di identificare specifici frammenti di Chlamydia trachomatis nel campione raccolto, grazie ai più moderni strumenti della diagnostica molecolare.

Il tampone per la diagnosi della Chlamydia rientra fra le prestazioni offerte gratuitamente nel primo trimestre di gravidanza nell’ambito dei nuovi LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza.

 

Nuovi LEALeggi

 

Non a tutte le future mamme, però. “Uno screening a tappeto non avrebbe alcun senso”, osserva il ginecologo. “Il test è raccomandato alle donne che manifestano sintomi sospetti, oppure in presenza di determinati fattori di rischio, a giudizio del medico curante. Per esempio, nel caso la donna abbia cambiato partner di recente”.
Al di fuori della gravidanza, in Italia non sono attivi protocolli per lo screening in assenza di sintomi. In altri Paesi, per esempio in Gran Bretagna, il test immunologico è offerto annualmente a tutti i giovani, maschi e femmine, sessualmente attivi che hanno meno di 25 anni, perché gli studi epidemiologici indicano quella come la fascia d’età a maggior rischio.
Che i sintomi siano assenti o presenti, se è stato eseguito un test e l’esito è positivo, è opportuno trattare tempestivamente l’infezione. “A maggior ragione in gravidanza, quando i rischi sono più seri”, dice Ferrazzi.

La terapia in gravidanza

Alcune settimane fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove linee guida per il trattamento delle più comuni infezioni a trasmissione sessuale, tra cui la Chlamydia. L’aggiornamento si è reso indispensabile per l’aumentata circolazione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Un capitolo del documento è dedicato al trattamento della Chlamydia in gravidanza.

“Tre sono gli antibiotici raccomandati a questo scopo durante l’attesa: azitromicina, amoxicillina ed eritromicina. Il più efficace risulta essere l’azitromicina, ma il vantaggio rispetto agli altri due è modesto”, spiega Enrico Ferrazzi. “Tutti e tre sono sicuri per lo sviluppo e la salute del nascituro e sicuramente i vantaggi del trattamento in caso di infezione in gravidanza sono superiori al rischio di effetti indesiderati. Ovviamente, questi antibiotici, come qualunque altro farmaco, vanno prescritti solo se ce n’è effettiva necessità, quindi solo a fronte di una diagnosi certa”.

Antibiotici in gravidanzaLeggi

 

Maria Cristina Valsecchi

 

18 novembre 2016

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Fonte: http://www.dolceattesa.com/gravidanza/chlamydia-perche-importante-proteggersi_salute-ed-esami/