sabato 29 ottobre 2016

IUI e fecondazione assistita

Introduzione

L’inseminazione intrauterina (IUI, dall’inglese IntraUterine Insemination) è una tecnica di fecondazione assistita utilizzata nel trattamento dell’infertilità.

Gli spermatozoi, sottoposti a lavaggio e concentrati, vengono introdotti direttamente nell’utero nel periodo corrispondente al rilascio di uno o più ovociti da parte delle ovaie. In passato, lo sperma veniva inserito nella vagina. Era una procedura più facile, ma con minor probabilità di successo della tecnica attuale.

Il risultato desiderato dall’inseminazione intrauterina è che gli spermatozoi raggiungano le salpingi e fecondino l’ovocita in attesa, originando una gravidanza normale. Secondo i motivi dell’infertilità, l’IUI può venire coordinata con il ciclo normale o con cicli indotti farmacologicamente.

Indicazioni

La fertilità di una coppia dipende da parecchi fattori. L’inseminazione intrauterina è usata soprattutto nelle seguenti situazioni:

  • Sperma da donatore; in genere, viene adottata l’IUI per fecondare una donna che ricorra a sperma di donatore. I campioni congelati di sperma vengono forniti da laboratori certificati e scongelati prima della procedura IUI.
  • Infertilità di origini non spiegate; l’IUI, insieme a farmaci inducenti l’ovulazione, viene frequentemente usata come prima metodica di trattamento in casi di infertilità senza cause identificate.
  • Infertilità dovuta a endometriosi; in questi casi, l’IUI associata al trattamento farmacologico per favorire la generazione di ovociti di buona qualità è spesso il primo approccio terapeutico.
  • Lieve infertilità maschile (ipofertilità); l’analisi dello sperma del partner, uno dei primi passi nell’inquadramento medico dell’infertilità, può mostrare una concentrazione di spermatozoi sotto la media, con poca motilità o con anomalie delle dimensioni e della forma (morfologia). L’IUI può riuscire a compensare questi problemi, perché la preparazione dello sperma propedeutica alla procedura aiuta a separare gli spermatozoi normali, con motilità conservata, rispetto a quelli di qualità inferiore.
  • Infertilità di origine cervicale; la cervice, ossia il tratto inferiore dell’utero, collega quest’ultimo alla vagina. Il muco prodotto dalla cervice nel periodo dell’ovulazione costituisce un ambiente ideale per il viaggio degli spermatozoi dalla vagina alle salpingi. Se però il muco cervicale è troppo denso, può ostacolarne lo spostamento. L’IUI supera la cervice, depositando lo sperma direttamente all’interno dell’utero e aumentando il numero di spermatozoi disponibili per la fecondazione dell’ovocita in attesa.
  • Allergia allo sperma; raramente, la donna può essere allergica alle proteine contenute nello sperma del partner. L’eiaculazione in vagina causa rossore, bruciore e gonfiore laddove lo sperma entra in contatto con la pelle. I sintomi possono essere prevenuti utilizzando il preservativo, che però impedisce anche la gravidanza. Se l’allergia è grave, si può ricorrere all’IUI, perché molte proteine dello sperma vengono rimosse prima dell’uso.

Inquadramento

Prima di eseguire l’IUI, può essere necessario inquadrare la fertilità della coppia per determinare le cause all’origine delle difficoltà di concepimento e quindi la possibile efficacia dell’inseminazione artificiale.

Per recepire un’IUI, le salpingi della donna (ossia, i condotti che collegano le ovaie all’utero) devono essere aperte e sane, perché è qui che lo sperma feconda l’ovocita ed è da qui che l’embrione così generato migra nell’utero.

È possibile valutare lo stato di salute delle salpingi con uno di questi tre metodi:

  • laparoscopia: un sottile microscopio tubolare viene inserito attraverso una piccola incisione cutanea sulla pancia, permettendo di ispezionare direttamente utero, salpingi e ovaie
  • isterosalpingogramma: viene fatta una radiografia dell’utero e delle salpingi dopo aver iniettato uno speciale mezzo di contrasto
  • isterosalpingoecografia con contrasto (HyCoSy, dall’inglese Hysterosalpingo-Contrast Sonography): richiede l’esecuzione di un’ecografia transvaginale per valutare la pervietà delle salpingi

Tempistica del trattamento

Poiché la tempistica dell’IUI è cruciale, è fondamentale monitorare i segni di un’impellente ovulazione. Per farlo, è possibile usare un kit urinario predittivo per uso domestico (test di ovulazione) che rileva il momento in cui il corpo produce un picco di ormone luteinizzante (LH). In alternativa, si può adottare un metodo per immagini (ecografia transvaginale) che consente al medico di visualizzare ovaie e sviluppo degli ovociti. È anche possibile sottoporsi a iniezioni di gonadotropine umane corioniche per generare al momento giusto uno o più ovociti.

Occasionalmente, vengono usati farmaci per la fertilità per stimolare l’ovulazione. In questi casi, viene usata l’ecografia transvaginale per seguire lo sviluppo degli ovociti. Non appena un ovocita è maturo, verrà somministrato un ormone per stimolare il suo rilascio.

Sperma

Se una coppia decide di ricorrere all’inseminazione con il proprio sperma, l’uomo dovrà fornire alla clinica per la fertilità in un apposito recipiente, in genere lo stesso giorno dell’esecuzione dell’IUI, un campione ottenuto tramite masturbazione.

Il campione di sperma verrà “lavato” e filtrato con speciali macchinari per rimuovere eventuali spermatozoi non vitali e impurità. Saranno mantenuti gli spermatozoi dotati di alta motilità e rimossi quelli ipomobili. Si produce così un concentrato di spermatozoi sani.

Cosa aspettarsi

La visita per l’inseminazione intrauterina richiede circa 15-20 minuti e viene eseguita presso un ambulatorio medico o in clinica. La procedura dell’IUI di per sé dura appena uno o due minuti e non richiede l’assunzione di farmaci particolari, né di antidolorifici. Viene eseguita da un medico o da personale infermieristico appositamente formato.

Procedura

La procedura segue una prassi simile al Pap test: con la paziente supina sul lettino ginecologico e le gambe nelle staffe.

Uno strumento detto speculum viene inserito in vagina per mantenerla aperta. Un catetere, ossia un tubo sottile e flessibile, viene quindi introdotto in vagina e guidato fino all’utero. Questo processo è praticamente indolore, benché alcune donne possano avvertire crampi, di breve durata e lieve entità. Attraverso il catetere, si inserisce poi in utero il campione di sperma.

Questo processo non richiede in genere più di 10 minuti; la coppia può tornare a casa poco dopo la procedura.

Dopo la procedura

Dopo l’inseminazione, la paziente viene fatta sdraiare sulla schiena per un breve periodo. Una volta terminata la procedura, si potrà rivestire e tornare alle proprie normali attività quotidiane. È possibile avere qualche piccola perdita per il paio di giorni successivi alla procedura.

Risultati e tassi di gravidanza

Aspettare due settimane prima di eseguire un test di gravidanza a casa.

L’esecuzione del test troppo presto potrebbe determinare risultati come:

  • falsi negativi; se gli ormoni gravidici non sono ancora a valori misurabili, il risultato del test può essere negativo pur essendo in realtà incinta;
  • falsi positivi; se in terapia con farmaci per l’ovulazione, come l’HCG, le componenti ancora in circolo potrebbero dare una positività non corrispondente a una reale gravidanza.

Il medico potrebbe suggerire di ripresentarsi due settimane dopo l’esecuzione del test a domicilio per eseguire un esame del sangue, più sensibile nell’identificare ormoni della gravidanza dopo inseminazione.

Se l’inseminazione fallisce, si potrà riprovare l’IUI prima di prendere in considerazione altri trattamenti dell’infertilità. Per massimizzare le probabilità di gravidanza, spesso una stessa terapia viene tentata per 3-6 mesi.

Probabilità di successo

Fonte: hfea.gov.uk

È difficile stabilire le percentuali di successo dell’inseminazione intrauterina (IUI), perché il successo dipende dalle cause di infertilità e dall’impiego associato di farmaci per la stimolazione della produzione di ovociti.

Occorre verificare con il proprio medico se tali farmaci fanno al caso proprio. In genere, si può considerare ragionevole il ricorso a 3-6 tentativi di IUI. Sarà il medico a raccomandare la prassi più consona.

Dal 1-1-2008 al 31-12-2008, la percentuale (media nazionale statunitense) di nati vivi da IUI con sperma di donatore è stata:

  • 15,8% (237/1497) nelle donne sotto 35 anni
  • 11,0% (154/1394) nelle donne tra 35 e 39 anni
  • 4,7% (23/492) nelle donne tra 40 e 42 anni
  • 1,2% (2/172) nelle donne tra 43 e 44 anni
  • 0% (0/46) nelle donne sopra 44 anni

I dati indicati tra parentesi sono i cicli IUI risultanti in nati vivi rispetto ai cicli IUI avviati.

Come l’età della donna, le possibilità di successo possono anche essere influenzate dalla conta e dalla qualità spermatica (lo sperma fresco ha maggiori probabilità di successo dello sperma congelato e scongelato), nonché da aspetti tecnici dell’IUI, ad esempio la corretta identificazione della tempistica di ovulazione.

Globalmente, più della metà delle donne sottoposte a IUI rimangono incinte durante i primi sei cicli di trattamento.

Se falliscono diversi tentativi di IUI, secondo l’età il medico potrà raccomandare il ricorso a un altro trattamento come l’inseminazione in vitro (IVF, dall’inglese In Vitro Fertilisation).

Rischi

I rischi collegati all’IUI sono minimi, anche se alcune donne riferiscono lievi crampi simili al dolore mestruale.

Se vengono usati farmaci per stimolare l’ovulazione, esiste un piccolo rischio di reazione ai farmaci, nonché una qualche probabilità di gravidanza multipla (gemelli o trigemini) non intenzionale.

L’ecografia servirà a monitorare la gravidanza per evidenziare un’eventuale gravidanza multipla; per evitarla, il ciclo di trattamento può semmai essere abbandonato.

Fonti:

L'articolo IUI e fecondazione assistita è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.



Fonte: http://www.farmacoecura.it/gravidanza/iui-e-fecondazione-assistita/

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