giovedì 27 ottobre 2016

ICSI e fecondazione artificiale: tutte le risposte

Introduzione

L’ICSI (dall’inglese IntraCytoplasmic Sperm Injection ossia iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) consiste nell’iniezione di uno spermatozoo vivo direttamente in un ovocita. La tecnica è stata sviluppata per favorire il concepimento in coppie con grave infertilità maschile o in cui precedenti tentativi di inseminazione in vitro (FIVET) non siano andati a buon fine. Questa procedura supera la maggior parte degli ostacoli alla fecondazione; consente quindi anche a coppie con scarse possibilità di procreare di ottenere embrioni fecondati.

Per questa procedura, la donna si dovrà sottoporre a stimolazione ovarica con farmaci per la fertilità, in modo da favorire lo sviluppo di parecchi ovociti maturi. Gli ovociti saranno quindi aspirati attraverso la vagina tramite la guida di un’ecografia transvaginale e posti in incubazione controllata in un laboratorio di embriologia. Il seme campione viene preparato tramite centrifugazione delle cellule spermatiche in un mezzo speciale. Questo processo separa gli spermatozoi vivi dagli scarti e dalla maggior parte degli spermatozoi morti. L’embriologo preleverà quindi il singolo spermatozoo vivo con un ago di vetro e lo inietterà direttamente nell’ovocita.

L’ICSI è stata usata per la prima volta presso l’UCSF (Università di California, San Francisco) nel 1994, ottenendo una prima nascita nel febbraio del 1995. Nell’area di San Francisco, l’UCSF è stata la prima istituzione a ottenere una gravidanza e una nascita con questa metodica.

Indicazioni all’ICSI

L’ICSI è ritenuta essenziale nei casi di infertilità maschile con esame spermatico anomalo. Nei seguenti altri casi, la procedura è invece elettiva, cioè una scelta:

  • Scarsi risultati con la FIVET
  • Conte spermatiche variabili
  • Infertilità di origini non spiegate

Spesso, l’ICSI viene scelta per aver la massima possibilità di successo, anche in assenza di chiare indicazioni mediche.

Nelle coppie in cui un qualche esame spermatico abbia riscontrato anomalie, sarebbe bene prendere seriamente in considerazione l’ICSI. Nei casi in cui il partner maschile si sia sottoposto a ripristino della fertilità dopo vasectomia, si raccomanda l’ICSI a prescindere dalla qualità dello sperma, perché la fertilità può essere alterata dalla presenza di anticorpi.

La decisione di ricorrere all’ICSI è difficile soprattutto se non ci sono chiari riscontri di infertilità maschile. Alcune coppie scelgono l’ICSI perché vogliono fare il possibile per garantirsi la massima fertilità, è però importante capire che, in presenza di parametri spermatici normali, la massima probabilità di successo può essere raggiunta seguendo la procedura standard di inseminazione FIVET, senza ricorrere all’ICSI.

Procedura

Prima del trattamento, sarà necessario compilare la modulistica per il consenso informato e potrà essere necessario sottoporsi, eventualmente anche con il partner, a screening per HIV, epatite B e C, …

In genere, il trattamento richiede:

  • Per la donna
    • La donna dovrà assumere farmaci per la fertilità per stimolare la produzione di ovociti da parte delle ovaie, come nella FIVET; i progressi dell’ovulazione verranno monitorati tramite ecografia transvaginale ed eventualmente esami del sangue.
    • Gli ovociti vengono quindi prelevati seguendo la stessa procedura della FIVET; un singolo spermatozoo del partner o di donatore verrà quindi iniettato in ciascun ovocita. Il resto del processo è lo stesso della FIVET.
    • Le probabilità di gravidanze gemellari (due o tre feti) aumentano se più di un embrione viene trasferito, quindi, quando possibile, verrà raccomandato il trasferimento di un singolo embrione (SET, dall’inglese Single Embryo Transfer).
  • Per l’uomo
    • L’esame spermatico al microscopio servirà a decidere se l’ICSI possa aumentare le probabilità di diventare padre.
    • Il passo successivo dipende dalla capacità del soggetto di produrre sperma senza una procedura medica:
      • se sì, il partner genererà un campione fresco di sperma lo stesso giorno in cui vengono raccolti gli ovociti.
      • In caso contrario lo sperma verrà prelevato direttamente dall’epididimo tramite una specie di sottile siringa. Questa tecnica è nota come aspirazione percutanea epididimale dello sperma (PESA, dall’inglese Percutaneous Epididymal Sperm Aspiration).
      • Gli spermatozoi possono essere prelevati anche dai testicoli, procedimento noto come aspirazione percutanea testicolare dello sperma (TESA, dall’inglese Testicular Sperm Aspiration).
      •  È anche possibile rimuovere piccole quantità di tessuto testicolare da cui estrarre gli spermatozoi. Questa tecnica è nota come estrazione testicolare dello sperma (TESE, dall’inglese Testicular Sperm Extraction). Il medico potrà fornire tutte le informazioni su PESA, TESA e TESE.
      • Nel caso di sperma congelato, verrà scongelato e preparato per il trattamento.

Un singolo spermatozoo viene quindi iniettato in ciascun ovocita. L’ICSI crea un’opportunità di fecondazione, ma non ne può garantire il successo.

Infine, se l’ovocita viene effettivamente fecondato, gli embrioni verranno coltivati in laboratorio fino a sei giorni, dopodiché quelli di miglior qualità (da uno a tre) verranno trasferiti in utero.

Conta spermatica a zero

Se all’esame dello sperma non ci sono spermatozoi (per motivi che non siano la vasectomia), le possibilità di prelevarne con procedure come PESA, TESA o TESE possono essere molto basse.

In questa situazione, si potrebbe provare a eseguire una raccolta chirurgica come “prova di funzionamento” e congelare il campione così ottenuto. Se non si riscontrano spermatozoi, si potrà prendere in considerazione l’inseminazione o l’IVF con donatore.

Probabilità di successo

Molte coppie con problemi di fertilità di origine maschile sono riuscite a procreare negli anni attraverso questa tecnica. Attualmente, si raggiungono percentuali di fecondazione del 70 – 80% di tutti gli ovociti iniettati (equivalenti a quanto avviene con spermatozoi normali) e percentuali di gravidanza confrontabili a quelle ottenute con l’IVF in coppie senza problemi di fertilità maschile.

La capacità femminile di procreare si riduce con l’età. In media, con i propri ovociti, le probabilità di successo sono inversamente proporzionali all’età.

Nel 2010 (anno più recente di cui siano disponibili dati), negli USA la percentuale di cicli avviati, culminati con la nascita di neonati vivi, impiegando per l’IVF i propri embrioni freschi era:

  • 32,2% nelle donne sotto 35 anni
  • 27,7% nelle donne tra 35 e 37 anni
  • 20,8% nelle donne tra 38 e 39 anni
  • 13,6% nelle donne tra 40 e 42 anni
  • 5,0% nelle donne tra 43 e 44 anni
  • 1,9% nelle donne oltre 44 anni

Le percentuali di successo della FIVET e dell’ICSI sono molto simili e non vengono quindi più presentate separatamente. I risultati sopra riportati sono cumulativi.

Rischi

I rischi associati alla procedura sono tanti.

  • Durante l’ICSI un piccolo numero di ovociti (in genere, meno del 5%) può venire danneggiato durante l’introduzione dell’ago.
  • Il rischio globale di avere un bambino con un’anomalia dei cromosomi X o Y è 0,8% (8 ogni 1000), ossia quattro volte più della media osservata nei concepimenti normali. Le cause di questo rischio aumentato allo stato attuale non sono conosciute.

È importante capire che potrebbero essere associati con anomalie dei cromosomi sessuali i seguenti problemi:

  • Aumentato rischio di aborto
  • Problemi cardiaci per i nascituri, che potrebbero richiedere la chirurgia
  • Maggior rischio di disturbi comportamentali o di apprendimento
  • Maggior rischio di infertilità dei nascituri
  • Il rischio di anomalie cromosomiche come la sindrome di Down NON aumenta con l’ICSI, bensì con l’età della madre.

Vari studi hanno analizzato il problema dei ritardi di sviluppo dei bambini nati con l’ICSI, non ci sono però dati conclusivi sul rapporto tra le due condizioni.

Per ulteriori informazioni sulla procedura si rimanda all’articolo sulla FIVET.

Fonti:

(Traduzione a cura della Dr.ssa Greppi Barbara)

L'articolo ICSI e fecondazione artificiale: tutte le risposte è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.



Fonte: http://www.farmacoecura.it/gravidanza/icsi-e-fecondazione-artificiale-tutte-le-risposte/

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