Può sembrare un controsenso o una nuova teoria complottistica, eppure anche l’acqua può causare allergia. Non sono pochi a soffrirne e molte volte è misconosciuta a causa delle manifestazioni simili ad altre patologie dermatologiche, come le dermatiti da contatto.
Sintomi
Le manifestazioni principali di questa allergia sono tre: Il prurito acquagenico, l’orticaria acquagenica e l’acquadinia.
Nei soggetti che ne sono affetti, il prurito acquagenico si manifesta con un intenso prurito immediatamente dopo il contatto con l’acqua, indipendentemente dalla sua temperatura, dalla sua purezza e dalla concentrazione di sali. Oltre al prurito, possono avvertire parestesie, con la sensazione di ricevere delle punture di spillo o formicolii. Il prurito è cosi intenso da determinare con il tempo lesioni da grattamento e lichenificazione (ispessimento) della pelle, con esacerbazione dei disturbi. Le zone più colpite da questo fenomeno sono gli arti inferiori e superiori, ma tutto il corpo può esserne coinvolto, anche se si utilizzano detergenti ipoallergenici.
Diversamente, nell’orticaria acquagenica oltre al prurito, avremo la formazione di piccoli pomfi, già dopo pochi minuti dal cottatto con l’acqua. Questi regrediscono spontaneamente nel giro di un’ora, dopo un periodo refrattario in cui il contatto con l’acqua non da né prurito né manifestazioni cutanee. Anche in questo caso, può interessare tutto il corpo ma le regioni palmo plantari sono generalmente escluse. Se è invece solo il sudore a scatenare l’orticaria, dovremo sospettare un’orticaria colinergica di Duke o da sforzo, clinicamente simile a quella acquagenica, ma causata da un’eccessiva produzione di acetilcolina, che va ad agire da ammina vasoattiva.
Infine, l’acquadinia si manifesta con una sensazione di bruciore che compare dai 10 a i 30 minuti dopo il contatto con l’acqua.
Patogenesi
Negli ultimi anni, si è cercato di dare una spiegazione a questo curioso fenomeno. Nell’orticaria acquagenica pare siano più le sostanze contenute nell’acqua, come il cloro, a comportarsi da antigene e andare ad attivare una risposta IgE mediata. Nel prurito acquagenico e nell’acquadinia sembra che alla base ci sia una manifestazione allergica non IgE mediata (pseudoallergia).
Neuropatie delle piccole terminazioni nervose periferiche dermoepidermiche porterebbero all’attivazione di particolari recettori, i vanilloidi, canali di membrana ionotropici presenti in molti distretti corporei, tra cui cute e mucose.
Questa famiglia di recettori comprende diversi sottotipi, denominati TRPV da 1 a 6, attivati da tante sostanze, dette capsacinoidi perchè simili alla capsaicina, la sostanza presente nei peperoncini che, legandosi ad essi, causa la sensazione di piccantezza.
Anche grazie ad un’alterazione del film idrolipidico che riveste e protegge la cute, il contatto con l’acqua, nei soggetti predisposti, può sollecitare le terminazioni nocicettive alterate. Queste vanno ad attivare direttamente i recettori TRPV presenti sui mastociti, inducendone la degranulazione con liberazione di sostanze proinfiammatorie ed algogene, come istamina e sostanza P, causa delle manifestazioni allergiche.
Rimedi
L’entità e la gravità delle manifestazioni dell’allergia all’acqua varia da soggetto a soggetto, portando in alcuni rari casi ad una grave compromissione della qualità della vita. Generalmente bastano antistaminici nelle forme IgE mediate e inibitori dei TRPV nelle non IgE mediate, nonchè la fondamentale idratazione della pelle, per convivere serenamente con questa particolare condizione.
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Fonte: http://lamedicinainunoscatto.it/2016/09/acqua-puo-causare-allergia/
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