Interrogazioni, compiti in classe e problemi con compagni e professori scatenano sempre più attacchi d’ansia in alcuni ragazzi e ragazze particolarmente sensibili della Scuola media e superiore. Le manifestazioni comuni sono la difficoltà di respirazione, come se si avesse un peso che schiaccia il petto, la sudorazione improvvisa e immotivata, l’inacapacità di spiegare cosa succede, quindi scena muta, a volte macchie sul viso e sul collo che spariscono quando il soggetto si calma. Queste manifestazioni, se si presentano più volte, diventano sempre più evidenti e consistenti in quanto ognuna si rinforza dal ricordo ancora presente della precedente. A lungo andare si trasformano in veri a propri attacchi di panico.
Lavorando nelle scuole, come psicologa scolastica, ho visto diversi casi di attacchi d’ansia nati così per caso, perché il ragazzo o la ragazza non avevano studiato abbastanza quel giorno o erano già in crisi per altri motivi, poi l’ansia è cresciuta mano a mano fino a diventare attacchi di panico veri e propri con sintomi simili ma con l’aggiunta di immobilizzazione: il soggetto fatica a respirare, suda, non riesce a parlare e non riesce più a svolgere alcuna attività fino a quando non si calma. A questo punto subentra la paura anche nei momenti di normale vita quotidiana, paura che succede di nuovo!
Il timore che ritorni un altro attacco di panico è l’effetto collaterale devastante degli attacchi di panico stessi, e quello che convince i soggetti di non essere più persone “normali” ma malati.
Gli attacchi di panico si curano con terapia psicologica e farmacologica, non guariscono spontaneamente senza cure, per questo è necessario fare prevenzione quando si tratta ancora di ansia perché questa è curabile con poche sedute psicologiche a differenza dell’attacco di panico che guarisce nel giro di anni.
Dott.ssa Trevisol Loana
Psicologa
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