giovedì 29 dicembre 2016

Genitori attenti! I bimbi mangiano troppe proteine e poco ferro

Troppe proteine, troppo sale e poco ferro. Sono queste le abitudini scorrette nell’alimentazione dei bambini, soprattutto dallo svezzamento ai tre anni di età. A rivelarlo lo studio Nutrintake, ricerca che viene fatta ogni anno, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nutrients.

Il progetto coinvolge un campione di 400 bambini milanesi e catanesi che hanno tra i 6 mesi e i 3 anni di età. Il lavoro è stato coordinato da Gian Vincenzo Zuccotti, ordinario di Pediatria all’Università degli studi di Milano e direttore del Dipartimento Pediatrico Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi.

La mancanza di ferro

Lo studio ha dimostrato che la maggior parte dei bambini ha una sideropenia latente, ovvero una carenza di ferro. Sotto i 12 mesi la quasi totalità di loro non raggiunge il fabbisogno di ferro raccomandato. Oltre l’anno di età l’80% ne assume troppo poco.

Tra i sintomi più comuni ci sono il pallore, la facilità a stancarsi e i disturbi della concentrazione. La mancanza di ferro rischia di compromettere la sintesi dell’emoglobina. A lungo termine può portare a rendimenti scolastici minori e ritardo nello sviluppo psicomotorio. Si può arrivare a una minor efficienza del sistema immunitario, fino all’anemia.

«È importante – sottolinea Gian Vincenzo Zuccotti – individuare la carenza di ferro, prima che diventi emergenza. Per farlo, basta un emocromo e una ferritinemia prescritta dal pediatria. Ma è importante anche prevenire».

L’importanza della prevenzione

Fondamentale stare attenti all’alimentazione, in particolare nei primi 36 mesi di vita, come ricordano anche le Linee di Indirizzo pubblicate dal Ministero dello Salute frutto di un tavolo tecnico a cui hanno partecipato anche le società scientifiche pediatriche.

Troppe proteine

La metà dei bimbi tra i 6 e i 12 mesi di età mangia il doppio delle proteine raccomandate. Dopo l’anno di età il 50% anche il triplo. Il responsabile – sempre secondo il professor Zuccotti – sarebbe il latte di mucca. «Spesso – spiega – viene somministrato oltre i 300 grammi al giorno, e aggiunto ad altri alimenti proteici come carne, pesce e formaggio».

«La conseguenza – aggiunge – è il sovrappeso e l’obesità in età adulta. Le proteine favoriscono la sintesi dei fattori di crescita che nel bambino provocano la moltiplicazione delle cellule adipose. Nel latte materno infatti troviamo 0,9 grammi di proteine per 100 ml, 3,3 nel latte vaccino, una differenza enorme, pari al triplo».

Il latte vaccino andrebbe sempre evitato nel primo anno di vita e possibilmente fino al secondo. Non solo perché ha meno ferro, ma soprattutto perché è molto meno biodisponibile rispetto a quello presente nel latte materno o nei latti per bambini.

Sbagliato anche somministrare regolarmente bevande di origine vegetale come il latte di riso, molto ricco di carboidrati e povero di altri elementi, come il ferro.

 

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