giovedì 12 gennaio 2017

Ictus: scoperto enzima che ostruisce le arterie

Identificato un enzima che favorisce l’arteriosclerosi e quindi l’occlusione dell’arteria carotide, la principale “autostrada” che porta il sangue al cervello, e che quindi può provocare l’ictus.

In Italia ogni anno 200.000 persone sono colpite da ictus

L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria. L’occlusione di una arteria avviene a causa della formazione e dell’accumulo dentro un’arteria della placca aterosclerotica. Capire perché le arterie cerebrali si occludono e prevenirne la cause è un importante obiettivo per ridurre l’incidenza di questa malattia.

Una scoperta tutta italiana 

La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Atherosclerosis Thrombosis Vascular Biology, è stata fatta dall’équipe del professor Francesco Violi, direttore della Prima Clinica medica del Policlinico Umberto I di Roma.

«Questo enzima – spiega il professor Violi – si trova primariamente nei leucociti e serve essenzialmente per uccidere i batteri. La cosa interessante è che si trova anche nelle arterie, però nessuno aveva mai capito a cosa servisse. Per capirne i motivi, ho studiato dei bambini che hanno una malattia rara che li rende privi di questo enzima e che vanno incontro a infezioni molto gravi. Stiamo parlando della malattia granulomatosa cronica».

Riduce lo spessore della carotide 

«La prima cosa che abbiamo scoperto – afferma Violi – che questo enzima è un vaso costrittore. La seconda è che lo spessore della carotide era più piccolo. I bambini però hanno comunque uno spessore molto piccolo e quindi per essere sicuri dei nostri dati ci siamo concentrati sulle mamme di questi bambini. Essendo una malattia legata al cromosoma X le mamme ne sono portatrici: anche loro avevano uno spessore minore della carotide. Abbiamo quindi capito che questo enzima facilita l’aterosclerosi della carotide che è fondamentale nella causa dell’ictus. Un gruppo americano che poi ha collaborato con me ha confermato i nostri risultati: questo enzima facilita l’aterosclerosi della carotide».

Ora lo studio si concentra sui farmaci

«C’è da fare grande attenzione. Alcuni farmaci sperimentati sugli animali hanno confermato che inibendo l’enzima si abbassa il rischio di ictus. Ma la domanda che dobbiamo porci è fino a quanto possiamo inibire questo enzima senza danni? Non si può inibire al 100% perché abbiamo spiegato che è essenziale per difendere il nostro corpo dalle infezioni batteriche. Le mamme dei bambini con la malattia granulomatosa cronica, ad esempio, pur avendo la metà del numero di questo enzima rispetto a una persona sana, sono in salute. Quindi già sappiamo che possiamo spingerci a inibire fino alla metà».

Francesco Bianco

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