A differenza della normale ginnastica, dove si prevede la ripetizione di un esercizio per un certo numero di volte, per passare poi a un esercizio successivo, nella bioenergetica, ogni movimento è collegato con la funzione inspiratoria ed espiratoria; esso viene eseguito prestando attenzione a ciò che si sente, entrando in contatto con eventuali tensioni e resistenze, per individualre e quindi imparare a scioglierle. In questo modo il processo di carica e scarica energetica verrà ampliato.
Molto spesso, nella nostra società, la maggior parte di noi è soprattutto in contatto con la propria testa, i pensieri e le opinioni, la propria immagine, identificandosi con questi aspetti. Viviamo molto nella testa e poco nel corpo, senza esserne consapevoli.
Confondiamo il pensare con il sentire: anche quando vogliamo comunicare i nostri sentimenti, spesso in realtà è solo quello che pensiamo, il nostro punto di vista, che scambiamo con l’altro. Occorrerebbe imparare, soprattutto nelle relazioni più profonde o di coppia, a condividere anche il nostro sentire. I pensieri non sono i sentimenti. Per entrare in contatto con i propri sentimenti, bisogna essere consapevoli innanzitutto delle proprie sensazioni sensoriali, ossia del proprio corpo: ogni percezione sensoriale ha inizio con una percezione del proprio corpo.
Siamo consapevoli del nostro respiro, se è superficiale o profondo, sentiamo le nostre gambe, i piedi, il terreno sotto di loro, le eventuali tensioni in alcune parti del corpo? La percezione di noi stessi corrisponde alla nostra realtà o è solo un immagine di ciò che crediamo di essere o che vorremmo essere? Siamo vivi solo con una parte di noi stessi, con un potenziale ridotto oppure riusciamo a esprimere tutto il nostro sé (autoespressione)?
Il movimento bioenergetico è stato sviluppato da Alexander Lowen nel corso di diversi decenni con la finalità di elevare il livello di energia vitale, aumentando il sentire e migliorando il contatto con sé stessi e con la realtà circostante.
Dopo aver messo a punto un certo numero di speciali esercizi, che la persona inizialmente doveva seguire con l’analista all’interno di sedute di terapia analitica bioenergetica, Lowen ne ha sviluppato una nuova serie da effettuare a casa. Oltre alle sessioni individuali, aveva previsto anche sessioni di gruppo con classi di esercizi.
Gli esercizi bioenergetici mirano ad aiutare chi li esegue a rilassarsi e a lasciarsi andare, abbandonandosi, anziché a sviluppare forza muscolare. Il risultato finale è che ci si può sentire un po’ stanchi fisicamente, ma interiormente più vivi e vibranti.
Mentre nella ginnastica l’attenzione prevalente è rivolta al fare, nel movimento bioenergetico si è centrati più sulle sensazioni corporee e sulla respirazione. L’obiettivo è il sentire e non lo sforzo fino a se stesso: tutto il corpo diventa vivo e pulsante, una vera unità psicosomatica. Con il tempo si arriva a raggiungere nel movimento un alto grado di spontaneità e, contemporaneamente, di coordinazione ed efficacia, le qualità della grazia naturale. La persona sente di poter disporre di maggiore energia nella vita quotidiana e nelle proprie scelte, utilizzando completamente il proprio sé.
I blocchi al movimento generalmente sono prodotti da paure o conflitti antichi che creano nel corpo rigidità croniche. Sciogliendo la tensione con gradualità, si può prendere consapevolezza di questi vissuti. A volte possono emergere spontaneamente delle emozioni che è benefico lasciar fluire. Ogni espressione di emozioni scioglie infatti una tensione che è nel contempo fisica ed emotiva.
Fonti: Bioenergetica – F.Padrini, M.T.Lucheroni, G.Bruttomesso
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