Non esistono singoli alimenti che possono combattere gli stati infiammatori, ma una dieta corretta, che segua principi ben definiti, è un valido alleato per prevenirli e non incrementarli. Abbiamo approfondito l’argomento, ancora poco trattato e studiato, con Francesco Sofi, professore associato in Scienze dell’Alimentazione all’Università di Firenze e dirigente medico presso la SOD Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi (puoi chiedergli un consulto qui).
Esistono tipologie di alimenti che possono definirsi antinfiammatori?
Non esistono dei cibi propriamente antinfiammatori, ma si parla di un’alimentazione o di una dieta in particolare meno gravosa sull’organismo in termini di aumento dello stato infiammatorio. L’alimentazione va presa a 360 gradi, quindi un alimento singolo non ha mai proprietà curative e benefiche al 100 per cento.
Si parla più che altro di un sistema alimentare che possa essere più benefico dal punto di vista della salute, anche per le patologie di tipo infiammatorio. Tutti i disturbi di tipo cronico degenerativo, come ad esempio le malattie cardiovascolari, hanno una base infiammatoria, quindi una dieta che possa prevenire queste tipologie di patologie è un’alimentazione su base antinfiammatoria.
Certi cibi possono ridurre l’infiammazione?
Il tema è dibattuto e poco sperimentato, è difficile fare degli studi scientifici in maniera corretta perché l’alimentazione è completa e varia e non si consuma un solo cibo. Le indicazioni emerse dalle ricerche hanno evidenziato che una dieta mediterranea corretta, che segua i principi cardini più volte espressi in materia, va a gravare meno sul sistema infiammatorio.
Ci sono alcune patologie su base infiammatoria prevalente, come ad esempio le malattie croniche intestinali o reumatologiche di tipo autoimmune, che pare traggano beneficio dall’associazione di alcuni alimenti, che sono poi gli stessi che ritroviamo nella dieta mediterranea.
Quali sono gli alimenti da evitare parlando di stato infiammatorio?
La prima regola è di eliminare o ridurre gli zuccheri semplici, non soltanto quelli contenuti negli alimenti dolci, ma anche quelli sotto forma di bevande gasate e zuccherate (dolcificanti inclusi), anche i succhi, a meno che non si tratti di spremuta di frutta.
Da tenere sotto controllo sono sicuramente gli alimenti ottenuti da farine molto raffinate, come la farina 00. Questi prodotti, avendo un indice glicemico molto alto, tendono a sovraccaricare il metabolismo provocando uno stato infiammatorio.
Infine, per ridurre lo stato infiammatorio è importante cercare di ridurre le proteine animali presenti nelle carni e nei suoi derivati.
E quelli da prediligere?
Frutta e verdura, stando attenti a non esagerare con la frutta perché contiene fruttosio che tende a far alzare un po’ la glicemia. Restare quindi nei limiti delle 3-4 porzioni di frutta al giorno e se possibile preferire la frutta ricca di antiossidanti come quella di colore rosso, arancio e viola.
Per quanto riguarda la verdura non ci sono molte differenze, a parte qualche indicazione negativa per pomodori, melanzane peperoni e patate che sono un po’ più impattanti sul sistema infiammatorio di alcune patologie, come ad esempio la fibromialgia.
Meglio preferire i carboidrati complessi, di natura integrale se possibile.
Sì anche ai legumi, che essendo carboidrati di media lunghezza, hanno un impatto modesto sullo stato infiammatorio.
Altri consigli?
Ridurre i grassi e i fritti e tutti gli alimenti che sono difficili da metabolizzare.
Bere molta acqua e nella moderata quantità consumare anche il vino. Se non si soffre di problemi di gastrite, il cioccolato fondente, anche in questo caso senza esagerare, può essere un valido alleato perché contiene polifenoli e sostanze antiossidanti.
Eliana Canova
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